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L’Amatrice-Configno “rivive” grazie all’idea di un ternano

Sono passati sette anni da quel terribile 24 agosto 2016 quando alle 3:36 una terribile scossa di terremoto di magnitudo 6.0 devasta i Comuni di Amatrice, Accumoli (Rieti) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno). È l’inizio di quella che l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia definirà la sequenza sismica Amatrice-Norcia-Visso. Sotto le macerie restano 299 vittime: 237 ad Amatrice, 51 ad Arquata (quasi tutte nella frazione di Pescara) e 11 a Accumoli. È il culmine della stagione turistica, nei territori colpiti si trovano visitatori ed ex residenti tornati nelle seconde case per la stagione estiva. Molti di loro, appena due giorni prima, avevano partecipato alla gara podistica Amatrice-Configno in una giornata di festa e di sport alla quale parteciparono oltre un centinaio di atleti. Quella terribile scossa, che ha cancellato un intero paesino, per un attimo stava per uccidere anche la Amatrice-Configno. Anche quella che è sempre stata una delle classiche della corsa su strada, un albo d’oro d’autore da Gelindo Bordin a Stefano Baldini, si sarebbe dovuta arrendere per sempre, morire con la 40ma edizione insieme alle 300 vittime del terremoto. A darne la notizia, dalle pagine della Gazzetta dello Sport, fu proprio Bruno D’Alessio, l’anima dell’organizzazione, l’uomo che per anni ha tenuto in vita la gara. «Ci sono delle difficoltà ambientali insuperabili – raccontò Bruno D’Alessio alla “rosea” – domani sarà ufficializzata la cancellazione. Eravamo riusciti a tagliare il traguardo della quarantesima edizione grazie all’affetto di tanti gruppi podistici di tutta Italia, ora però dobbiamo fermarci. Anche perché dal comune di Amatrice e dalla regione Lazio non è mai arrivato l’aiuto sperato».

Ma il destino ha voluto che le cose andassero diversamente, il terremoto questa volta non è riuscito a scrivere un altro nome nell’elenco dei morti, non è riuscita a cancellare la Amatrice-Configno come forse aveva sperato. Grazie all’atleta ternano Bruno Sardonini, dell’Associazione Podistica Terni, ancora una volta ha vinto lo sport, ha vinto la solidarietà, ha vinto lo stare insieme. Dall’anno successivo a quel terribile giorno, infatti, Bruno Sardonini ha deciso che la Amatrice-Configno doveva continuare a vivere, doveva vivere per tutti quelli che fino a un anno prima erano parte integrante della corsa e per soli pochi terribili minuti in cui la terra si è ribellata oggi non ci sono più. «La Amatrice-Configno – ha commentato Bruno Sardonini – era una gara a livello internazionale che si è svolta 2 giorni prima del terribile terremoto che ha ucciso trecento persone. Quella sera – continua Sardonini –  stavo a cena proprio ad Amatrice, ho riso e scherzato con persone che due giorni dopo non c’erano più, cancellate come l’intero paese. È stato un momento terribile, ho pensato a quelle persone e mi sono sentito dentro una voce che mi diceva “questa manifestazione deve continuare”. Mi sono sentito in “dovere” di non fare morire questa manifestazione e quindi ho deciso di rievocarla ogni anno sullo stesso percorso. La gara, che non è competitiva ma è solo una sorta di allenamento di gruppo, si era fermata alla 40ma edizione e, grazie anche al supporto del gruppo dell’APT, con quest’anno siamo al sesto anno consecutivo e alla 46esima edizione, un bel successo».

Anche quest’anno, quindi, in nome della solidarietà e in ricordo delle vittime del terremoto, saranno oltre un centinaio gli atleti che si cimenteranno in quella che ormai è diventata per tutti “l’edizione della Rinascita”.

Foto: Amatori Terni ©

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