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La green economy accelera in Umbria: 7mila 271 le imprese che hanno investito nella sostenibilità

Esiste oggi un’Italia che fa l’Italia, e un’Umbria che fa l’Umbria, pronte alla sfida della crisi climatica. È infatti in corso un’accelerazione verso un’economia più a misura d’uomo che punta sulla sostenibilità, sull’innovazione, sulle comunità e sui territori. È quanto emerge da Rapporto Greenitaly, lo studio, oggi giunto alla tredicesima edizione, che pubblica ogni anno la Fondazione Symbola insieme ad Unioncamere. Ci sono oltre 531mila aziende italiane che nel quinquennio 2017 – 2021 hanno deciso di investire in tecnologie e prodotti green: ha investito il 40,6% delle imprese nell’industria, valore che sale al 42,5% nella manifattura.

In Umbria

Le imprese umbre che hanno investito in tecnologie e prodotti green nel periodo 2017-2021 sono state 7mila 721, pari al 34,8% del totale delle imprese della regione, con la provincia di Perugia più lanciata in tecnologie e prodotti green rispetto a quella di Terni: nel Perugino si tratta di 5mila 640 aziende il (35,8% del totale delle imprese della provincia), nel Ternano di 1.631 (31,8% del totale delle aziende della provincia).

Il dato dell’Umbria, benché sia di 2,8 punti inferiore alla media nazionale (le imprese che investono nel green sono il 34,8% del totale delle aziende della regione, contro il 37,6% della media nazionale), è buono tenendo conto delle caratteristiche del sistema imprenditoriale umbro, molto parcellizzato e ancora indietro su altri parametri, a cominciare da quello dell’innovazione digitale (anche se dagli ultimi dati è evidente l’accelerazione rispetto al passato e il recupero delle posizioni). 

Le ragioni che spingono la scelta green

Guardando alle performance economiche, rilevano Symbola e Unioncamere, “è possibile comprendere anche le ragioni che hanno spinto a questa scelta green. Le imprese ecoinvestitrici sono infatti più dinamiche sui mercati esteri rispetto a quelle che non investono e, percentualmente, aumentano di più il fatturato (49% contro 39%) e le assunzioni (23% contro 16%). Questi numeri dicono che c’è un’Italia che fa della transizione verde un’opportunità per rafforzare l’economia e la società e coinvolge già oggi 2 imprese manifatturiere su 5. Accelerare sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica per sostituire i combustibili fossili, oltre a contrastare la crisi climatica, ci rende più liberi e aiuta la pace”.

Gli occupati che svolgono una professione di green job a quota 3,096 milioni in Italia, in Umbria sono 48mila 300

Nel 2021 l’occupazione green, afferma il Rapporto Greenitaly – non è stata in grado di differenziare il proprio andamento rispetto alla dinamica occupazionale generale, interrompendo il trend di crescita riscontrato negli ultimi anni. I contratti relativi ai green jobs – con attivazione 2021- rappresentano il 34,5% dei nuovi contratti effettuati nell’anno. Andando nello specifico delle figure ricercate dalle aziende per le professioni di green jobs, emerge una domanda per figure professionali più qualificate ed esperte in termini relativi rispetto alle altre figure, che si rispecchia in una domanda di green jobs predominante in aree aziendali ad alto valore aggiunto. A fine 2021 gli occupati che svolgono una professione di green job erano pari a 3,096 milioni, di cui 1,018 milioni nel Nord-Ovest (32,9% del totale green nazionale), 741mila 200 nel Nord-Est (23,9%), 687mila 900 nel Mezzogiorno (22,2%) e 648mila  800 Centro (21%). In Umbria ammontano a 48mila 300.

 Il Presidente di Symbola, Ermete Realacci

“Se guardiamo il Paese con un occhio meno pigro e più empatico, con più simpatia – afferma il Presidente di Symbola, Ermete Realacci – è possibile scoprire che, oltre il debito pubblico, le diseguaglianze, l’eccesso di burocrazia, l’illegalità, ci sono anche molti punti di forza che non sappiamo leggere. L’Italia, ad esempio, è capace di grandi primati nel faticoso percorso che la porta alla transizione ecologica: quelli relativi all’economia circolare, per esempio, in cui siamo leader. Siamo il paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti, pari all’83,4%, trenta punti percentuali in più rispetto alla media europea e ben superiore a tutti gli altri grandi paesi industrializzati: risparmiamo così 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio all’anno e circa 63 milioni di tonnellate di CO, equivalenti. Nel biennio 2020-2021, inoltre, in Italia il 36% dei consumi elettrici è stato soddisfatto da fonti rinnovabili con una produzione di circa 113,8 TWh”.

Foto: TerniLife ©

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