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Cna: “Filiere strategiche per la crescita sostenibile dell’agroalimentare umbro”

“L’organizzazione e strutturazione di filiere che prevedano una forte integrazione delle imprese di produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agroalimentari rappresenta uno snodo cruciale per la crescita sostenibile dell’Umbria e, in particolare, delle aziende del settore”.

Francesco Vestrelli, responsabile di CNA Agroalimentare Umbria, parla a margine dell’incontro organizzato ieri (22/02/203, ndr) a Perugia presso la sede dell’associazione tra l’assessore regionale alle Politiche agricole, Roberto Morroni, e una folta rappresentanza di imprese agroalimentari.

Nell’occasione l’assessore ha confermato che per il periodo 2023/2027 il CSR (Complemento di Sviluppo Rurale) può contare su una dotazione di oltre 500milioni di euro, di cui almeno 30 destinati proprio alla strutturazione delle filiere produttive, mentre ulteriori 30milioni saranno a disposizione dei cinque GAL per sostenerne le azioni volte anche alla valorizzazione delle produzioni agroalimentari.

“La strutturazione delle filiere è una scommessa anche per la CNA – dichiara Vestrelli -, che ha già ottenuto risultati importanti per quanto riguarda il tartufo, ambito nel quale siamo riusciti a costruire un rapporto di collaborazione che coinvolge circa 70 realtà agricole, capitanato dalle aziende Giuliano Tartufi e Tartufi Passeri. A questo raggruppamento se n’è aggiunto un altro nell’area di Spello, con Tartufo Di Paolo come azienda capofila, che coinvolge un’altra ventina di produttori agricoli. In generale le nostre aziende dell’agroalimentare sono interessate allo sviluppo di altre filiere, oltre a quella prevista nell’ambito della zootecnia”.

“In particolare – aggiunge Leonardo Faccendini, imprenditore folignate, membro della presidenza regionale CNA – c’è interesse per la strutturazione della filiera della pasta e per quella del pane e dei prodotti da forno. In entrambi i casi, purtroppo, la normativa europea non prevede la contribuzione perché si tratta di imprese impegnate nella seconda fase di trasformazione. Ma siamo disponibili a collaborare con la Regione per vedere come poter superare tale ostacolo. Nel frattempo, sia sulla pasta che sul pane, potrebbero essere avviati progetti di ricerca che coinvolgano l’università di Perugia per individuare le innovazioni indispensabili a favorire la valorizzazione di queste produzioni sul piano della qualità”.

“Del resto – prosegue Vestrelli – è proprio la qualità uno dei requisiti fondamentali per la costruzione di brand forti a valenza internazionale. Un altro requisito è rappresentato dalla necessità di stringere sinergie con la grande distribuzione, che spesso, purtroppo, tende a privilegiare i contoterzisti piuttosto che sostenere l’affermazione di marchi locali. Per quanto riguarda i GAL crediamo che la collaborazione con loro consentirà di sviluppare progetti di valorizzazione delle produzioni locali attraverso la partecipazione a eventi locali, nazionali e internazionali, anche attraverso i cosiddetti distretti del cibo, sebbene la nostra associazione avrebbe preferito si fosse optato per costruire distretti regionali che ricalcassero, rafforzandole, le filiere eccellenti dell’Umbria, dal tartufo all’olio, dal vino alla norcineria e alle tante altre produzioni di qualità del nostro territorio. Lo sviluppo delle filiere, così come la creazione di eventi attrattivi di nuovi flussi turistici, necessitano anche di una forte sinergia tra le associazioni di categoria. Perché se è vero che abbiamo raggiunto risultati importanti sulla filiera del tartufo, ciò è stato possibile anche grazie alla collaborazione con la Coldiretti regionale, che ringraziamo per il supporto politico e tecnico indispensabile al conseguimento dell’obiettivo comune. Come associazioni – conclude Francesco Vestrelli – dobbiamo farci carico per prime del cambiamento necessario, anche attraverso modifiche sostanziali delle proprie prospettive”.

 

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