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Il nuovo Ternana Stadium, maxi-progetto da sogno: obiettivo ottobre 2024, struttura da vivere tutta la settimana

Foto: Stefano PRINCIPI ©

(di Francesco Petrelli) Il vice Presidente della Ternana, Paolo Tagliavento, e il project manager, Sergio Anibaldi, hanno presentato il progetto di fattibilità del nuovo stadio rossoverde: evento al The Space Cinema di Terni. Ternana Stadium costerà 50 milioni di euro per 634 posti di lavoro tra progettazione e realizzazione. Uno stadio all’inglese da vivere tutta la settimana con una capienza di 18500 spettatori, 3380 mq tra l’area interna e servizi sport, 5850 mq per l’attività commerciale e 1290 parcheggi stadio sia in struttura che in superficie. L’area di intervento pubblica è pari a 93960 mq.

“Lo stadio incarna la filosofia di un progetto che potrebbe diventare l’orgoglio della nostra città, sempre aperto e punto di riferimento per tutti, anche per chi non ama il calcio – dice Tagliavento – Il centro cittadino si amplia. Una trasformazione mentale nel segno della sicurezza e nel vivere lo stadio”.

Anibaldi detta i tempi: il termine ultimo per la consegna della struttura è ottobre 2024. Un’iter che attraverso la legge stadi parte da oggi; entro 90 giorni il Comune dovrà rispondere per l’interesse pubblico. Successivamente entrerà in ballo la conferenza di servizi fino all’autorizzazione regionale. Seguirà il bando di gara con la prelazione per il soggetto proponente fino all’aggiudicazione del progetto definitivo. Entro Aprile 2022 il contratto dovrà essere firmato e la concessione avrebbe una durata di 33 anni e 6 mesi. Una conditio sine qua non è legata alla realizzazione del progetto: la costruzione della clinica.

La legge stadi è chiara: semplificare la realizzazione, colmare il gap attraverso un equilibrio economico e finanziario necessario per realizzare un’opera pubblica (Stadio, Ternanello e Clinica). Una destinazione con interesse pubblico e sociale per superfici compensatrici. Un’innovazione e in controtendenza per chi ha sempre puntato sull’attività commerciale, la convenzione sanitaria sarà al 50% con pari rischio pubblico che privato. Una sfida che muove i primi passi, adesso la parola passa agli amministratori.

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