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Inquinamento: “Vietato attingimento in pozzo Ast”

Il sindaco ha firmato un’ordinanza con il divieto di destinare al consumo umano le acque attinte dal pozzo P1STA, posto all’interno dell’area degli stabilimenti dell’Acciai Speciali Terni. “L’ordinanza firmata ieri  dal sindaco – afferma l’assessore all’ambiente Benedetta Salvati – è un  atto che si è reso necessario a seguito degli esiti dei campionamenti richiesti all’usl per la verifica degli unici due pozzi di Ast le cui acque sono destinate al consumo umano. Le verifiche erano state richieste dal Comune a seguito dei superamenti riscontrati in diversi piezometri di monitoraggio della falda installati nell’ambito del procedimento del SIN per Ast”.

L’area degli stabilimenti dell’AST fa parte del Sito d’interesse nazionale Terni Papigno, uno dei quarantuno siti contaminati e classificati come pericolosi dallo Stato e che necessitano di interventi di bonifica del suolo, del sottosuolo e delle acque superficiali e sotterranee per evitare danni ambientali e sanitari. Come impone la normativa ambientale in materia di bonifiche, l’azienda in questi ultimi anni ha effettuato numerose indagini volte a capire la qualità delle acque sotterranee e, in più di un’occasione, le analisi delle acque, prelevate da diversi punti di campionamento, hanno messo in evidenza un inquinamento per diversi parametri, tra cui metalli ma anche altre sostanze quali il tetracloroetilene. Quello che ha fatto scattare l’allarme di questi giorni è stato il campionamento delle acque da un nuovo pozzo (in gergo tecnico piezometro), denominato F19, localizzato all’interno del capannone denominata PX1, posto nell’area tra il Polo Universitario di Pentima e il fiume Nera. Dalle analisi si riscontravano importanti superamenti dei valori limiti di concentrazione per diversi parametri, in particolare, nella comunicazione di fine novembre di ARPA, venivano evidenziati i parametri fluoruri, solfati, alluminio, arsenico, cromo totale, ferro, manganese, nichel in quanto superiori ai limiti anche di tre ordini di grandezza.
L’amministrazione comunale quindi, in considerazione del fatto che l’Azienda utilizza quelle stesse acque sotterranee destinandole al consumo umano del personale interno, attingendo da due pozzi, P1STA e P2STA, ubicati nell’area degli stabilimenti in prossimità di via Breda-Ponte d’Oro (circa 850 m di distanza da F19) ha subito provveduto a richiedere il parere dell’USL e a convocare una riunione con Regione, USL e con l’Azienda stessa, per discutere della problematica emersa. Nel tavolo di confronto, tenutosi il 6 dicembre, l’Azienda ha illustrato agli enti tutte le misure di ispezione e di emergenza attivate una volta riscontrato l’inquinamento nel piezometro F19; gli enti hanno ritenuto necessario, al fine dell’adozione di eventuali provvedimenti a tutela della salute, che USL provvedesse a campionare le acque utilizzate a scopo potabile dai pozzi P1STA e P2STA.
Gli esiti dei campionamenti hanno evidenziato solo nel pozzo P1STA una concentrazione del Nichel pari a 27,2 µg/l superiore quindi al limite di potabilità pari a 20 µg/l. Si precisa che il campione prelevato da AST ha evidenziato una concentrazione del parametro Nichel inferiore al limite di rilevabilità strumentale, pari a 2 µg/l.
Il Comune ha quindi dato dando mandato ad USL di effettuare un campionamento, nel più breve tempo possibile, con lo scopo sia di verificare la difformità tra il risultato di USL e dell’AST che di valutare la necessità di mantenere in vigore l’ordinanza emanata.

Foto: TerniLife ©

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