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Santa Maria, Liberati e Carbonari: “Quando la prima pietra del nuovo ospedale?”

Nel corso dell’Assemblea legislativa, dedicata alla sessione question time, i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari, hanno presentato un’interrogazione in cui chiedono alla Giunta “se è vero che l’ospedale Santa Maria di Terni è tuttora privo del Certificato di prevenzione incendi e dunque dell’agibilità, con almeno un procedimento penale in corso a causa dei gravissimi ritardi sin qui accumulati e col rischio di sequestro/chiusura giudiziaria dell’intera struttura”.

Liberati e Carbonari domandano inoltre “se entro il 2018 la Giunta intende porre la prima pietra del nuovo superospedale dell’Umbria sud da collocare nella Conca ternano-narnese, individuando rapidamente le aree più adatte allo scopo, procedendo alle relative trasformazioni urbanistiche, informando pertanto sullo stato di progettazione della futura struttura sanitaria, volta a dismettere definitivamente l’attuale Santa Maria di Terni, edificio di cui, in termini di programmazione, non sono nemmeno chiari gli anni di funzionalità residua.

Nel recente passato, pur dopo decenni di attesa, sono stati costruiti ex novo gli ospedali di Perugia, Foligno, Branca, Pantalla, Orvieto, mentre la struttura di Terni è quella che conosciamo, con evidenti problemi, affrontati a suon di diseconomici e inutili rattoppi, con spese superiori a 50 milioni.

Ma nonostante le ingenti somme spese l’ospedale rimane non antisismico, energeticamente dispendioso, con ascensori inadeguati. Inoltre la Regione Umbria, per mezzo della Asl, dopo circa 30 anni di attesa sarebbe finalmente pronta a spendere oltre 58 milioni per il nuovo ospedale comprensoriale di Narni-Amelia e circa 26 milioni per la ‘Città della Salute’, ma senza una pianificazione o una programmazione di medio-lungo termine che abbia realmente preso in considerazione l’irreversibile obsolescenza del nosocomio ternano e la fine della sua vita
utile. Quando la prima pietra del nuovo ospedale?”.

L’assessore Luca Barberini ha risposto che “la struttura nella sua interezza, sia gli immobili che i professionisti che vi lavorano, garantisce qualità delle prestazioni in favore dei cittadini. L’Azienda ospedaliera di Terni ha la maggiore percentuale di mobilità extraregionale, cioè di
arrivi da fuori regione, con oltre il 20 per cento di cittadini provenienti da Marche, Lazio e Abruzzo.

Per quanto riguarda il certificato antincendi, l’intervento consiste di 21 progetti di prevenzione incendi di cui 2 afferenti l’intero complesso ospedaliero, su cui i vigili del fuoco di Terni hanno rilasciato parere favorevole di conformità. L’adeguamento deve avvenire attraverso procedure e iter temporale nel lasso dal 2016 al 2025, tutte le progettazioni sono state integrate a quanto prescritto dalle nuove disposizioni e hanno già parere di conformità favorevole.

Sono in corso i lavori antincendio degli elevatori, interventi che richiedono 3 milioni e 600mila euro, un secondo lotto sull’impiantistica richiederanno circa 6 milioni e 311mila euro. Questo è quello che spenderemo per rendere ancora più sicuro ed efficace l’ospedale di Terni. Negli anni passati, invece, 22 milioni di euro di interventi e ulteriori 23 milioni finalizzati alla messa a norma, che renderanno ancora più funzionale l’intervento sull’ospedale.

Nessuno ha mai parlato di una prima pietra da porsi nel 2018. Sappiamo che è il più anziano fra gli ospedali umbri, ma gli interventi messi in atto danno garanzie al funzionamento del presidio e sulla qualità delle prestazioni.

L’intervento sul presidio di Narni Amelia, quasi 60 milioni, è complementare al rafforzamento del presidio di Terni, con Narni e Amelia per gli interventi a bassa complessità”.

Nella replica, per Liberati, “l’assessore viene smentito dal comunicato stampa dell’azienda ospedaliera ternana, che rassicura i cittadini dicendo che il piano di adeguamento sta procedendo, ma di fatto il certificato antincendi non ce l’ha”.

Foto: (archivio) TerniLife ©

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