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FAMILY HELPER, BARBERINI: “UN SOSTEGNO AGGIUNTIVO ALLE FAMIGLIE CHE NON INCENTIVA PRECARIZZAZIONE LAVORO”

“Nessuna spinta da parte della Regione Umbria alla precarizzazione del lavoro, ma al contrario, un intervento e un sostegno in più, tra tanti altri strutturati, che va incontro alle esigenze delle famiglie umbre”: l’assessore regionale alla coesione sociale e welfare Luca Barberini, risponde così alle critiche mosse dal segretario Cgil Umbria, Vincenzo Sgalla, relativamente alle modalità di attuazione del progetto “family help” che prevede l’erogazione di voucher Inps agli helper che prestano servizi occasionali e accessori alle famiglie che hanno l’esigenza di conciliare i tempi del lavoro con la cura dei propri familiari.

“La Regione – ha detto l’assessore Barberini – ha messo a disposizione delle famiglie umbre tre milioni di euro in più in un momento in cui la crisi mette a dura prova le famiglie stesse che cadono in povertà per una spesa imprevista di 500 euro, o per acquistare i libri scolastici dei figli. Mentre l’investimento sul sociale a livello generale arretra, e mentre i nostri giovani sono in cerca di prima occupazione, penso ci sia bisogno di collaborazione in nome del ‘bene comune’, non di critiche pretestuose”.

“In tutto questo lungo periodo di crisi la Regione Umbria non ha mai abbassato la guardia e ha sempre tenuto i fari accesi sui bisogni delle famiglie, non arretrando di un passo sullo stanziamento di risorse per finanziare azioni a sostegno dei nuclei familiari, in particolare di quelli vulnerabili”.

“Con Family Help non si toglie nulla ai servizi tradizionali che il sistema pubblico offre, ma l’iniziativa, già sperimentata a livello regionale e che rientra in una programmazione condivisa finanziata con risorse europee, si va ad aggiungere a tante altre avviate dalla Regione. Con il progetto si vuole offrire un servizio accessorio, occasionale ed elastico a coloro che manifestano l’esigenza di una collaborazione in famiglia, anche oltre gli orari e i tempi dei servizi pubblici. Le prestazioni potranno essere erogate da soggetti qualificati – ha detto l’assessore – e opportunamente formate, senza alcun carattere di continuità”.

“Per essere chiari – puntualizza l’assessore Barberini – si tratta di andare incontro ai nuclei familiari che vivono situazioni che richiederebbero tempo da sottrarre al lavoro e che attraverso il progetto regionale possono far ricorso in maniera trasparente, non in nero, a donne o uomini disoccupati o inoccupati che lavorando permettono ai primi di mantenere il proprio, di lavoro. Ci tengo ad evidenziare ancora che la Regione non precarizza il lavoro, ma rende trasparente una procedura tra privati che nella ‘normalità’ purtroppo, come i sindacati sapranno, avviene spesso in ‘nero’.  Auspico che la CGIL su questa iniziativa possa rivedere la sua opinione, da parte della Regione c’è ampia disponibilità al confronto, così come siamo aperti ad accogliere i suggerimenti che vengono dalle parti sociali che operano sul territorio”.

Foto: (archivio) TerniLife ©

 

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