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INQUINAMENTO, M5S: “FUORI I DATI SULLA CONTAMINAZIONE DA CROMO ESAVALENTE DEI POZZI AST”

Le informazioni diffuse dal Movimento 5 Stelle il 6 maggio 2016 relativamente ad uno studio di parte Thyssen che certifica la forte concentrazione da nichel e cromo nelle acque del Nera e altre analisi riguardanti la contaminazione dei pozzi interni allo stabilimento Thyssen, hanno trovato pienamente conferma nelle corrispondenze ufficiali tra le varie istituzioni. “Circa 20 giorni fa – spiegano i penta stellati Andrea Liberati e Thomas De Luca – avevamo pubblicamente denunciato le risultanze inedite delle analisi svolte nelle falde sottostanti il polo siderurgico senza avere risposta alcuna e nel più totale silenzio di tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione. La follia di questa storia che lascia davvero sconcertati è che il Comune e il sindaco di Terni non siano stati minimamente informati della questione, dimostrando pienamente un ruolo di concreta marginalizzazione delle autorità locali. Lo stesso sindaco Leopoldo Di Girolamo, infatti, di fronte alle nostre dichiarazioni è stato costretto a chiamare in causa Arpa, Usl e Regione Umbria evidenziando ‘la necessità di conoscere se le notizie abbiano un fondamento scientifico e, in caso affermativo, chiedo se sia opportuno procedere all’emissione di un’ordinanza sindacale in virtù dei poteri conferitimi dalla legge’. La situazione però raggiunge livelli a dir poco grotteschi per il rapporto dello studio ecotossicologico di parte Thyssen sulle acque del Nera considerando che Di Girolamo è al contempo presidente della Provincia, ente in possesso di questi dati. Il ministero dell’Ambiente invece conferma la contaminazione da cromo esavalente in tre pozzi campionati, da tetracloroetilene in altri due e da solfati in un ulteriore pozzo. Le aree campionate non si troverebbero soltanto nell’area dell’ex discarica ma per la prima volta anche all’interno dello stabilimento Ast. Lo stesso ministero chiama anche direttamente in causa Arpa e Ast chiedendo una immediata attivazione al fine di ricercare la fonte della contaminazione, dichiarando quali sono le misure preventive adottate fino ad oggi e valutando il rischio di queste contaminazioni. Di fronte alle normative nazionali e internazionali che garantiscono l’universalità dell’accesso ai dati ambientali ci chiediamo come Arpa possa continuare a nascondere alla città tali informazioni che certificano lo stato di contaminazione delle falde acquifere. Anche il direttore Ganapini che dovrebbe incarnare parte della storia dell’ambientalismo italiano si sta cimentando in una nuova forma di negazionismo in salsa umbra, un negazionismo 2.0, certamente più tecnico e scientifico rispetto alle castronerie della vecchia gestione ma per questo molto più pericoloso.

Foto: (archivio) TerniLife ©

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