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INCONTRO CAMUSSO – MORSELLI

Ieri, a Palazzo Gazzoli, faccia a faccia tra Lucia Morselli, amministratore delegato di AST, e Susanna Camusso, segretaria generale della CGIL; l’incontro è stato moderato da Luca Telese.

L’Acciaieria di Terni rappresenta un pezzo di storia dell’industria non solo del territorio locale ma di tutto il Paese. La Morselli parla infatti di grande storia e tradizione e “quello che noi abbiamo cercato di fare è stato cogliere questa tradizione e onorarla”.

“Quello che la ThyssenKrupp mi ha chiesto di fare – dichiara Morselli – è raccogliere questa  tradizione, fare questa Acciaieria più grande; il valore sociale dell’impresa è anche quello di essere un’impresa sana ed è questo che abbiamo voluto fare, portare un’impresa sana in una città sana, in modo tale che questa salute possa essere la base di un nuovo successo, consentitemi, al pari del passato ma, anche un po’ più grande ”

Difronte alle parole della Morselli, la Camusso parla di messaggi assolutamente rassicuranti sulle intenzioni tuttavia “si è stati molto evasivi sul provare a rispondere sul salto di qualità delle relazioni”

Ed è questo l’aspetto che la Camusso cerca di mettere in evidenza: la qualità delle relazioni all’interno dell’azienda. Quel ruolo dei lavoratori che, in un ottica di crescita, devono avere il giusto riconoscimento ossia “un potere nel mondo del lavoro che venga considerato normale perché i modelli avanzano”. E se non c’è una trasformazione anche e soprattutto nella gestione e nella politica non ci saranno cambiamenti e crescerà la violenza.

E su quest’ultimo punto, la violenza, Telese ha chiamato le parti ricordano gli scontri di piazza, le manganellate inferte ai lavoratori quasi un anno fa a Roma, mentre cercavano di arrivare al Ministero dello Sviluppo economico.

MORSELLI ricorda come in quei momenti di violenza abbia capito “che si stava aprendo una strada molto lunga e che avremmo dovuto lavorare ancora molto e credere nel lavoro che facevamo insieme con il Ministero, con i sindacati ma che la strada si stava un po’ complicando”

CAMUSSO, vedendo i poliziotti intervenire sui lavoratori, ha pensato che era l’inizio di una stagione drammatica soprattutto in rapporto ad una modalità di manifestare da parte dei lavoratori che non si vedeva da molto tempo. “Credo  – dichiara Camusso – che abbiamo fatto un sufficiente rumore che ha costretto a pensare che dentro la più grande crisi del secolo, mettersi  a manganellare i lavoratori e impedire loro le mobilitazioni  non fosse possibile “. Il sindacato, ricorda la segretaria generale CGIL, fa delle cose non solo sul versante della mobilitazione e della protesta che è straordinariamente importante perché finalizzato ad ottenere dei risultati, ma anche in termini di proposte e di risultati come le assunzioni e i non licenziamenti. Esiste una storia dell’azienda che “è la storia delle lotte sindacali per aver difeso questo patrimonio non solo dopo la guerra ma anche in tante altre occasioni. Se oggi Terni c’è e  lavora – continua Camusso –  è anche perché i lavoratori hanno saputo difendersi quel luogo di lavoro, hanno saputo fare delle proposte e, forse, meritano che il loro ruolo continui a crescere in termini di potere all’interno del luogo di lavoro, in termini di riconoscimento della professionalità”.

In Italia manca una politica industriale matura quella nella quale l’impresa non è fatta solo dagli amministratori delegati e dai manager e dalle proprietà. “L’impresa – dichiara Camusso – ha il suo successo,  se il rapporto con  i lavoratori è un rapporto che permetta di discutere, di intervenire sull’organizzazione del lavoro, sulle professionalità, sulle modalità con cui si attua; esperienze che in altri paesi ci sono e che in Italia, invece, vedono una particolare refrattarietà   del mondo imprenditoriale e della sua rappresentanza “.

A tal proposito la Morselli si esprime a favore dei ruolo dei dipendenti, impiegati, operai e delle rappresentanze sindacali  che “conoscono l’azienda molto bene e per certi versi meglio del management perchè la vivono in modo sicuramente  molto profondo ; i contributi sono sempre bene accetti, sono sempre ricercati, sono sempre necessari ; il dialogo è  quotidiano, quindi,  vedo il contributo dei sindacati come un contributo essenziale perchè , di fatto, rappresenta  quella che è la conoscenza di un mondo aziendale che è data dai lavoratori e che è estremamente profonda “. Foto: TerniLife ©

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