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Villa Umbra, il 21 febbraio il seminario su “Scuola e famiglia: il patto educativo in un mondo che cambia”

Il patto educativo tra scuola e famiglia è un accordo fondamentale che sottolinea l’importanza della collaborazione e della comunicazione tra due istituzioni chiave nella formazione dei giovani: la famiglia e la scuola.

Su questo presupposto si baserà il lavoro di analisi e sintesi operativa del seminario: “Scuola-Famiglia: il patto educativo in un mondo che cambia”, organizzato dalla Regione Umbria e promosso dalla Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza in collaborazione con la Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica, in programma a Villa Umbra il prossimo 21 febbraio.

A tracciare un percorso esplorativo e operativo saranno il medico e psicoterapeuta Alberto Pellai, esperto di fama nazionale, ricercatore e consulente ministeriale sui temi del benessere educativo dei minori, insieme a Marco Maggi, consulente educativo, formatore per docenti, genitori e operatori socio-sanitari.

 

Le sfide del patto educativo

 

In un mondo in costante cambiamento, il patto educativo diventa ancora più cruciale: le sfide educative si evolvono e diventano sempre più complesse. La scuola e la famiglia hanno ruoli complementari nell’educazione dei bambini e dei giovani. Mentre la scuola fornisce una base di conoscenze accademiche e competenze, la famiglia offre un contesto emotivo, sociale e culturale fondamentale per lo sviluppo dei ragazzi. Insieme, queste due istituzioni possono offrire un supporto integrato che favorisce la crescita e il successo degli studenti.

“Il tema che affronteremo – spiega Maria Rita Castellani, Garante regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza -, ci sta particolarmente a cuore perché tratta il delicato equilibrio nel rapporto di collaborazione fra le due istituzioni educative primarie. Nel contesto di un mondo che cambia rapidamente, il patto educativo deve adattarsi e rispondere alle nuove sfide e alle opportunità emergenti. Ad esempio, la crescente digitalizzazione e globalizzazione richiedono una maggiore alfabetizzazione digitale e interculturale, che può essere promossa sia a casa che a scuola attraverso un approccio cooperativo”.

“Inoltre – prosegue la Garante -, le questioni legate alla salute mentale, alla diversità e all’inclusione stanno diventando sempre più rilevanti nel panorama educativo. Il patto educativo può funzionare da piattaforma per affrontare queste sfide in modo congiunto, garantendo che sia la famiglia che la scuola si impegnino attivamente nel supportare il benessere e la diversità degli studenti, anche attraverso approcci personalizzati all’apprendimento. Scuola e famiglia – conclude Castellani -, devono mantenere canali aperti di dialogo per condividere informazioni, preoccupazioni e risorse”.

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