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Schede slot ‘alterate’, restituiti 2,7 milioni allo Stato – Da indagine Monopoli su imprenditori del Ravennate

L’accusa era quella di avere evaso quasi tre milioni di euro attraverso un’azione di peculato. Dopo la restituzione di due milioni e 750 mila euro all’Erario, per due di loro è seguita una richiesta di archiviazione per la quale si è ora in attesa del pronunciamento del Gip del Tribunale di Ravenna. Protagonisti della vicenda giudiziaria, sono tre imprenditori del Ravennate attivi nel settore dei giochi con vincite in danaro e difesi dagli avvocati Gabriele Bordoni, Ermanno Cicognani e Andrea Strocchi. Ovvero produttore, concessionario e gestore delle schede gioco. Gli accertamenti dell’agenzia delle Accise delle Dogane e dei Monopoli di Stato, coordinati dal Pm Cristina D’Aniello, erano scattati un paio di anni fa e avevano portato al sequestro di oltre 2.000 schede da gioco distribuite tra Emilia Romagna, Veneto, Marche, Lombardia, Umbria, Trentino Alto Adige e Friuli. Per ricostruire l’accaduto, erano stati inoltre sentiti centinai di esercenti del settore. Era infine emerso che le schede gioco avevano trasmesso dati alterati al sistema centrale non lasciando captare le effettive giocate e così azzerando l’imposta dovuta. Secondo le difese in buona sostanza si era verificato un intervento di manutenzione – tuttavia senza adeguata comunicazione formale allo Stato – per ovviare a un surriscaldamento che in poche settimane aveva portato alla mancata comunicazione degli incassi sulle giocate per quasi tre milioni di euro, tutti già restituiti.

Foto: TerniLife ©

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