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Bufala su Fedez e J-Ax, chiesta l’archiviazione per Ermes Maiolica che però chiede scusa

(Da Open) Nel febbraio 2017 venne diffusa la bufala che vedeva Fedez J-Ax arrestati perché la polizia avrebbe trovato 28 grammi di cocaina nella loro auto. Pubblicata sul sito Rollingstone.live, che faceva il verso alla prestigiosa rivista americana, la fake news costrinse entrambi gli artisti a una smentita ufficiale, diffusa attraverso l’agenzia Ansa, e a denunciare per diffamazione il suo autore, il ternano metalmeccanico noto come “Ermes Maiolica”. Una causa per la quale la sostituta procuratrice Isabella Samek Lodovici ha chiesto l’archiviazione, scatenando la reazione dei due querelanti e dei loro avvocati: «La disinformazione non può essere considerata lecita». Toccherà al giudice dell’udienza preliminare decidere se accogliere o meno la richiesta di archiviazione, ben consapevole del fatto che lo stesso autore abbia più volte ammesso le sue colpe scusandosi pubblicamente.

La sostituta procuratrice Isabella Samek Lodovici ha chiesto l’archiviazione per chi aveva diffuso la bufala dopo la denuncia per diffamazione sporta da Federico Lucia in arte Fedez in base all’articolo 51 del codice penale. Ovvero quello che impedisce di punire chi esercita un proprio diritto. Perché il reato, scrive la Pm, è «oggettivamente configurabile» ma il comportamento dell’indagato, un cittadino umbro di 38 anni, non è punibile penalmente perché «si colloca nel contesto della disinformazione che spesso caratterizza l’ambito delle notizie dedicate al cosiddetto gossip con la spettacolarizzazione del pettegolezzo».

Anche se tutto ciò può giustificare il diritto al risarcimento del danno in sede civile, dal punto di vista penale per il Pm non bisogna procedere. La storia inventata dal “re della bufala”. Gli avvocati Gabriele Minniti e Andrea Pietrolucci, che assistono Federico Lucia, si sono opposti alla richiesta di archiviazione. Ora sarà il giudice dell’udienza preliminare a decidere.

Ermes Maiolica, riprendendo l’articolo di oggi del Corriere della Sera (dove non viene citato), pubblica un post dal suo profilo Facebook ufficiale ammettendo, ancora una volta, le sue colpe e lanciando un appello ai rapper: «Oggi su tutti i giornali, chiedo ancora scusa per l’ennesima volta, però per favore, chiudiamola qui, riconosco i miei errori ma non possiamo continuare all’infinito».

Non è la prima volta. Il 10 febbraio 2017, a distanza di appena due giorni dalla diffusione della bufala, la vera rivista Rolling Stone intervistò Maiolica (in più di un’occasione) descrivendolo come «piuttosto terrorizzato» e concludendo con una richiesta – da parte dell’autore dell’intervista, non solo dall’autore della bufala – di «sistemare la faccenda da gentiluomini».

Foto: Dal web ©

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