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Salute mentale, De Luca propone l’istituzione dello psicologo di base

Una legge regionale per l’istituzione della figura dello psicologo delle cure primarie, comunemente chiamato Psicologo di Base.

Questa la proposta depositata dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca. Tale figura è presente da tempo in paesi del nord Europa come Gran Bretagna e Olanda, ma anche in alcune regioni italiane come la Campania. Contesti in cui l’operatività dello psicologo di base risulta strutturata ed organica, prevedendo anche una formazione specifica.

L’impatto psicologico del lockdown dimostra l’importanza di un servizio di psicologia di base. L’obiettivo della proposta di legge è quello di promuovere la cultura del benessere psicologico non solo tra i cittadini ma anche tra gli operatori di settori come la sanità e la scuola. Un sostegno valido e qualificato per i medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta per rispondere ai bisogni assistenziali di base dei cittadini umbri.

Diminuire il peso crescente dei disturbi psicologici della popolazione, costituendo un filtro sia per i livelli secondari di cure che per il pronto soccorso. Intercettare i bisogni di benessere psicologico che spesso rimangono inespressi dalla popolazione. Organizzare e gestire l’assistenza psicologica decentrata rispetto ad alcuni tipi di cura. Realizzare una buona integrazione con i servizi specialistici di ambito psicologico e della salute mentale di secondo livello e con i servizi sanitari più generali.

Sono ormai indiscutibili le evidenze di come lo stress cronico condizioni lo stato di salute della persona e determini la predisposizione, l’insorgenza e il mantenimento delle malattie. Quasi un paziente su cinque che si rivolge ai medici di medicina generale presenta depressione e disturbi d’ansia.

L’Umbria risulta essere la seconda regione italiana per uso di antidepressivi, mentre la spesa sostenuta per l’acquisto di medicinali da parte delle strutture sanitarie pubbliche vede la nostra regione al primo posto in Italia con una quota del 49,3% sul totale.

La collaborazione tra medico di base e psicologo ridurrebbe esami e visite specialistiche, l’uso dei farmaci, la frequenza e la durata delle ospedalizzazioni, gli accessi non urgenti al pronto soccorso e le assenze dal lavoro per motivi di malattia, oltre ad aumentare il benessere psicofisico con risvolti positivi sul carico di lavoro dei medici sia sui tempi di attesa per le visite.

Non è più pensabile oggi parlare di salute senza includere anche il concetto di salute psicologica. Le ricadute economiche porterebbero sostanziali risparmi sul bilancio sanitario regionale che ad oggi si aggira intorno ad 1,8 miliardi di euro. Gli studi effettuati nelle regioni in cui è stata svolta una sperimentazione, (Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Lazio) hanno evidenziato una sostanziale efficacia degli interventi, con un miglioramento dei livelli di benessere e una diminuzione della sintomatologia.

Foto: TerniLife ©

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