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‘Paese che vai’: Montecastrilli, un passato e presente di bellezza

Continua la rubrica settimanale di TerniLife. Si chiama “Paese che vai”. È a cura di Ilaria Alleva e punta a far conoscere, ai ternani e non, i nostri comuni. Bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. TerniLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected].

(di Ilaria Alleva) Nell’appuntamento odierno di ‘Paese che vai’ diamo spazio a Montecastrilli.

DOVE SI TROVA – Situato nel sud dell’Umbria a 391 m s.l.m., Montecastrilli è un comune che conta 5 026 abitanti. Si trova in un’area ecologicamente intatta ed è noto per la salubrità dell’aria. Fa anche parte del “Comprensorio della Terra dell’Acqua e dei Ciclamini”.

QUANDO NASCE – Le origini di Montecastrilli (Montes Carsulis, dalla vicina Carsulae) risalgono all’epoca romana: la leggenda narra che Annibale vi fissò gli accampamenti nel 217 a.C. durante la seconda guerra punica. Ciò che invece è certo è che nel I sec. a.C. Cesare Augusto assegnò le terre di Todi (di cui Montecastrilli faceva parte) ad alcuni dei suoi soldati veterani. Dopo diversi secoli, Ottone I, proclamato imperatore del Sacro Romano Impero nell’862 d.C., affidò i feudi dell’Umbria meridionale al suo consigliere, il conte Arnolfo di Carinzia. Ciò nel secolo successivo generò numerosi contenziosi con Reginar III e IV, sovrani dei Franchi. I Sassoni, guidati da Arnolfo, ebbero la meglio e si aggiudicarono i feudi conosciuti oggi come Terre Arnolfe. Gli Arnolfi fecero la fortuna di Montecastrilli, assicurandone lo sviluppo economico e l’allargamento dei centri urbani: è in questo periodo che il comune assume le fattezze del castrum medievale. Ascritto al contado di Todi, il borgo, già dipendente, rientrerà nella giurisdizione tuderte dalla fine degli Arnolfi fino al 1829, anche per quanto riguarda l’amministrazione: gli incarichi principali erano di competenza della nobiltà todina. Durante il Basso Medioevo anche Montecastrilli fu dilaniato dalle lotte tra guelfi e ghibellini, che in questo caso si identificano rispettivamente con le famiglie degli Atti e dei Chiaravalle. Nel 1496 papa Alessandro VI dichiarò guerra ad Altobello Chiaravalle, ghibellino, e lo sconfisse ad Acquasparta nel 1500. Dunque il pontefice affidò il dominio di Montecastrilli a dei chierici, sottraendolo alla giurisdizione tuderte per appena 12 anni. Nel 1527 il comune non venne risparmiato dai Lanzichenecchi che portarono, insieme a fame e distruzione, anche la peste. Durante il XVII secolo invece il progresso socio-economico riprese rapidamente, aiutato dalla fondazione dell’università. È dal secolo successivo che inizia a registrarsi invece un netto calo demografico. Durante la dominazione napoleonica, il comune ebbe grande rilievo e grazie all’amministrazione francese vennero attuate molte riforme a livello amministrativo, economico e politico. Nel 1829 la statistica leonina stabilì che il borgo appartenesse al governo di Terni, Delegazione di Spoleto. Nel 1860 Montecastrilli entrò a far parte del Regno d’Italia dopo il plebiscito svoltosi in sede comunale. Agli inizi del ‘900, i coloni di Montecastrilli fecero numerosi scioperi contro i latifondisti, ottenendo un contratto favorevole che sancì la fine della loro sudditanza. Se durante la prima guerra mondiale il comune si era mostrato generoso ospitando 30 famiglie provenienti da paesi occupati dagli austriaci, durante la seconda aprì di nuovo le porte agli sfollati ternani, fino al 15 giugno del 1944, quando arrivarono finalmente gli Alleati.

COSA VEDERE – Partendo dalle attrazioni antropiche, degne di nota sono le strutture religiose: la Chiesa parrocchiale di San Nicolò in stile barocco, ad esempio. Vi si conservano un Crocifisso ligneo dello XV secolo, un’icona della Madonna Refugium Peccatorum dello XVI secolo, una tela di Bartolomeo Poliziano raffigurante S. Antonio e S. Lucia, una Madonna del Rosario eseguita nel 1606 dal pittore Archiatra Ricci da Urbino. Il campanile e la facciata sono stati completamente ristrutturati e rimodernati nel 1964. C’è poi la Chiesa di Santa Chiara, annessa al monastero delle Clarisse, in cui si conserva una grande tela di scuola settecentesca raffigurante l’Assunta, di cui è notevole anche la cornice. Infine la Chiesa rurale di San Martino de Coccomellis, fatta edificare dai conti Arnolfi intorno all’anno mille, e la Chiesa di San Lorenzo in Nifili, di stile romanico. Passando alle strutture profane, degni di nota sono gli archi di Porta Amerina (o del “belvedere”), reperto dell’antico Castrum. Essendo Montecastrilli in un territorio vergine, in un certo senso, non mancano le bellezze naturali, anzi: il luogo è attrezzato per offrire meravigliose gite in bicicletta per godere dei boschi circostanti e delle morbide colline.

GLI APPUNTAMENTI PRINCIPALI – Per questo Natale, la Proloco sta organizzando “Il Borgo dei Presepi” per animare il centro storico con varie decorazioni artistiche fatte dai creativi. Ma l’evento principale (che raccoglie ben 60.000 presenze) è la “Festa del Trattore”, o “Agricollina”, che si svolge a maggio: nata nel 1956 per iniziativa di monsignor Antonio Serafini, è una mostra mercato delle macchine agricole collinari e degli animali da cortile. Una versione primaverile della Festa del Ringraziamento, che ha assunto dimensioni così grandi da dar vita ad un’associazione apposita. Anche l’amministrazione comunale è stata coinvolta. Nata per celebrare la sacralità del lavoro, oggi continua a valorizzare le antiche tradizioni (anche conservando l’antica processione notturna in onore dell’Immacolata Concezione). Ad agosto invece si osservano le stelle cadenti e si gustano prelibatezze a base di anatra all’evento “Montecastrilli Sotto le Stelle”, una sagra dell’anatra accompagnata da serate danzanti.

Foto: TerniLife ©

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