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Celebrazioni per il venerabile Tinarelli, le parole del vescovo

A 50 anni dalla traslazione della salma di Giunio Tinarelli (23 novembre 1969) e a 10 anni dalla dichiarazione di Venerabile (19 dicembre 2009, Papa Benedetto) la Chiesa diocesana ha ricordato la figura e il carisma di Giunio con vari eventi, per prolungarne nel tempo la missione di dare senso e speranza nella malattia.

Alla celebrazione  presieduta dal vescovo Giuseppe Piemontese nella Cattedrale di Terni, alla presenza del sindaco Leonardo Latini e del prefetto vicario Andrea Gambassi,  hanno partecipato numerosi i volontari in rappresentanza dell’Unitalsi, del Centro Volontari della sofferenza e dei Silenziosi operai della Croce, delle quali Giunio è stato membro e animatore in ogni occasione.

Nelle parole del vescovo un riferimento all’attualità della testimonianza di Giunio Tinarelli: «La commemorazione di Giunio, già operaio nelle acciaierie e disabile, oggi ci spinge ad allargare l’attenzione all’Italia, al mondo del lavoro e alla nostra Terni, che attraversano un momento delicato e difficile: l’incerta situazione politica, la crisi delle acciaierie di Taranto e non sappiamo di altri stabilimenti, Terni compresa, le proposte di leggi sul fine vita, sul suicidio assistito, l’attenzione al mondo della malattia, della disabilità e della vecchiaia sono tutti temi che possono trovare nella testimonianza di Giunio motivi di speranza, linee di soluzione e di intercessione presso Dio».

«Il venerabile Giunio Tinarelli, nostro concittadino, fratello nella fede – ha detto ancora il vescovo – è vissuto con uno stile di vita e ad un livello, che è difficile raggiungere; va oltre la comprensione umana; si rappresenta ai piani alti della fede, della mistica, della contemplazione e dell’amore, riservato agli eletti del Signore. Mi è venuto spontaneo associarlo a San Francesco d’Assisi, che soprattutto nella seconda parte della vita, aveva ormai il corpo tutto piagato, afflitto dalla cecità incombente, e infine con le piaghe delle stimmate aveva raggiunto la conformazione a Cristo crocifisso. La testimonianza di Giunio, oggi, è difficile da comprendere, né noi ci sentiamo di giudicare quanti rifiutano o si ribellano nella sofferenza, specie quella grave. Spesso l’unica soluzione che viene invocata è la morte: attesa, ricercata, procurata, permessa. Oggi va proposta non per ricercare o esaltare la sofferenza, ma per indicare la via salvifica del dolore attraverso la condivisione – compassione dei bisogni e sofferenze dell’umanità. Senza la contemplazione e la vicinanza di Cristo non riusciremo a liberarci dalla gabbia e dalla dura prigionia del dolore e la nostra vita non avrà senso».

La celebrazione è stata preceduta dalla riflessione sul tema: “Giunio Tinarelli, una vita vissuta in pienezza” guidata da don Luigino Garosio, Postulatore Generale delle Cause dei Silenziosi Operai della Croce.

Foto: TerniLife ©

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