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‘Paese che vai’: scopriamo insieme Arrone | Continua il viaggio di TerniLife

Continua la rubrica settimanale di TerniLife. Si chiama “Paese che vai”. È a cura di Ilaria Alleva e punta a far conoscere, ai ternani e non, i nostri comuni. Bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. TerniLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected].

(di Ilaria Alleva) Tocca ad Arrone oggi: ecco la visita di Paese che vai in un’altra realtà ternana.

DOVE SI TROVA – Arrone si trova nella bassa valnerina e dista dal centro di Terni circa 13 km. Con i suoi 2740 abitanti, si erge a 243 m s.l.m. ed è parte del club dei borghi più belli d’Italia. A presentarlo è il sindaco Fabio Di Gioia: “Arrone come stile di vita, mi spiego meglio: chi decide di vivere ad Arrone lo fa con la consapevolezza di essere ad un passo dalla città, ma con un’armonia di un paesaggio e un grado di servizi importante. L’ambiente che ci circonda è il vero valore aggiunto sia per chi ci vive, sia per chi intende visitarci. Stiamo lavorando affinché la vocazione turistica di questo territorio sia sempre di più diretta verso una matrice religiosa, culturale e sportiva”.

QUANDO NASCE – Arrone nasce alla fine del IX secolo: il nobile romano Arrone (a cui il paese deve il proprio nome) e la sua famiglia (probabilmente legata ai Gastaldi di Rieti), nel tentativo di sfuggire alle incursioni di Saraceni e Ungari, si stabilirono nella Valnerina, appropriandosi di uno dei promontori rocciosi circostanti. Qui fece costruire il castello, primo nucleo della cittadina. Oltre agli archivi delle abbazie di Subiaco, Farfa e Ferentillo, a testimonianza dei natali del posto ci sono alcuni resti in marmo e in bronzo risalenti a quel periodo. Il feudo si estese da Papigno a San Pietro in Valle, da Miranda a Labbro, da Piediluco a Melaci e a Polino. Persero progressivamente territori in favore del ducato di Spoleto, cui dopo il 1190 (con la trasformazione del ducato in comune), gli Arroni dovettero sottomettersi nel 1229. Due secoli dopo anche Arrone diventa comune: nel 1315 il popolo si era già liberato della famiglia degli Arroni, ormai trasferitasi a Spoleto, e nel 1347 il Comune si dotò di uno statuto, ma restò a lungo soggetta a Spoleto nonostante la nuova situazione governativa. Nel 1527 le truppe colonnesi provenienti dal Sacco di Roma saccheggiarono anche la cittadina. Nel 1799 Arrone capeggiò la rivolta della Bassa Valnerina ai francesi, che lo punirono crudelmente con saccheggi e incendi. Nel 1860 la città entra a far parte (all’unanimità) prima del Regno di Sardegna e poi del Regno d’Italia. Il primo sindaco fu Gaetano Turchetti, un capitano garibaldino. Con l’Unità il comune vede ampliarsi di molto le proprie competenze, ma il divario tra entrate (rimaste le stesse) e uscite (moltiplicate) causò una grave crisi finanziaria che l’amministrazione combatté dando il via all’alienazione dei beni comunali oggetto di appropriazioni indebite e contraendo un debito con la Cassa depositi e prestiti. Nonostante la modernizzazione dei primi del Novecento, quando Arrone si sottomise al fascismo, in occasione della visita del Duce non mancò di fornirgli un resoconto sulla crisi economica e sull’arretratezza del posto. Oggi il paese mantiene la sua struttura medievale: l’abitato è ancora circondato dal sistema di torri e cinte murarie che collegava Rieti a Spoleto.

COSA VEDERE – L’antica struttura di Arrone (diviso in due nuclei abitativi, “La Terra” o “Terro” e “Santa Maria”) è stata arricchita da un terzo nucleo molto più recente, periferico, sulla strada per Polino. Le vie e le case immergono il visitatore in una magica atmosfera d’altri tempi, come in molti borghi umbri. “La Terra” è l’insediamento primordiale. L’antico castello si è trasformato ampliandosi nel borgo che ha conquistato un posto nel club dei borghi più belli d’Italia. All’interno è possibile visitare la Chiesa gotica di San Giovanni Battista, ristrutturata nel ‘400 dai Maestri Lombardi. Gli affreschi all’interno sono del pittore spoletino Bernardino Campilio. È possibile prenotare una visita guidata gratuitamente. Nei pressi della chiesa si trova anche la Porta di San Giovanni, anch’essa d’ispirazione gotica, che collega il borgo al quartiere medievale. Era l’antico ingresso del castello. Nella piazza si trova la Chiesa di Santa Maria Assunta, edificata nel 1500 sempre dai Maestri Lombardi (su ordine del Comune). Anche qui si può ammirare un ciclo di affreschi realizzati da Vincenzo Tamagni da San Gimignano e Giovanni da Spoleto nel 1516. Anche questa chiesa si può visitare su prenotazione con un esperto in maniera gratuita. Tra gli edifici religiosi si possono visitare anche la Chiesa di San Nicola e quella di San Valentino (che però si trova fuori dal borgo). Degno di nota è anche il Campanile Civico, dalla forma peculiare con sei arcate e quattro campane, risalente all’epoca medievale. C’è anche la Torre di epoca longobarda, alta 17 metri e ornata da un ulivo selvatico secolare, nato spontaneamente in cima mentre veniva costruita. Fuori dal borgo vale la pena visitare il Santuario della Madonna dello Scoglio, su una roccia a strapiombo, immerso nella vegetazione, sorto in onore di una Madonna comparsa a un signore di Casteldilago e che ancora oggi è luogo di devozione e pellegrinaggi; e la Miniera di Buonacquisto, rudere industriale di proprietà del comune inserito in un paesaggio suggestivo. Anche la frazione di Casteldilago, con la Rocca sorta sulle rive di un lago che non c’è più, può riservare belle sorprese. Non bisogna dimenticare inoltre che Arrone è inserito nel Parco Fluviale del Nera, dunque adatto anche agli amanti della natura.

GLI APPUNTAMENTI PRINCIPALI – Lo scorso weekend c’è stata la festa delle forze armate, anticipata al 3 novembre per assicurare più partecipazione. Il prossimo fine settimana invece ci sarà l’annuale Festa dell’Olio, alla sede del Frantoio Bartolini. Sarà possibile assaggiare l’olio nuovo e i prodotti del luogo. L’evento si inserisce nella realtà più ampia dei Frantoi Aperti e di Amor di Olio. L’associazione Magister organizza la Festa di San Martino, con tanto di castagnata e assaggio del vino novello. Con l’avvicinarsi del periodo natalizio, ad Arrone viene allestito il tradizionale presepe vivente all’interno del Castello, evento molto sentito dalla comunità. A Carnevale la Proloco organizza una festa con una sfilata di maschere e la banda, che si conclude con uno spettacolo in piazza Garibaldi. Il 24 giugno c’è l’imperdibile festa del patrono, San Giovanni Battista, durante la quale il borgo si colora e si accende con musica e spettacoli. Durante tutto l’anno è possibile fare trekking, escursioni, rafting e assistere a varie manifestazioni legate al fiume Nera. Il giovedì è inoltre possibile partecipare agli eventi de “Il Giovedì Culturale di Arrone”, una serie di incontri gratuiti e aperti a tutti con scrittori, pittori, storici e altri rappresentanti della cultura.

Foto: TerniLife ©

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