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Autorità e studenti in Prefettura per commemorare le vittime delle foibe

Questa mattina in Prefettura la celebrazione del “Giorno del Ricordo”, istituito con legge 30 marzo 2004, n. 92, per “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.

Il Prefetto, Paolo De Biagi, nel suo intervento introduttivo ha sottolineato l’importanza della conoscenza di una pagina triste e drammatica della nostra storia contemporanea, sinora purtroppo trascurata dalla memoria collettiva. “La memoria delle vittime delle foibe e degli esuli giuliano-dalmati costretti ad abbandonare le loro terre e le loro case dopo la seconda guerra mondiale, è una pagina dolorosa della storia del nostro Paese che non va dimenticata. Coltivare la memoria è importante come omaggio alle vittime e come esercizio di verità e giustizia in uno spirito di riconciliazione contro ogni odio e discriminazione. Da una pagina di storia così triste occorre ricavare l’insegnamento, soprattutto per le giovani generazioni, della tolleranza, della solidarietà e comprensione verso gli altri qualunque sia la loro estrazione geografica, storica, politica, religiosa e sociale. Rivolgiamo un pensiero commosso alle vittime delle foibe e un apprezzamento ai rappresentanti delle associazioni che mantengono vivo il ricordo di quegli eventi tragici che hanno coinvolto intere popolazioni, portatrici di identità culturali e tradizioni che non devono essere dimenticate”.

Alla cerimonia è intervenuta la professoressa Marella Pappalardo, docente di letteratura, storia e geografia presso il Liceo Artistico di Orvieto. Da anni impegnata nella divulgazione nelle scuole superiori della Questione del Confine orientale e nell’organizzazione del Giorno del Ricordo, ricopre l’incarico di Consigliera Nazionale dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. Nel suo intervento ha tracciato una panoramica dell’associazionismo, che ha consentito agli esuli istriani, giuliani e dalmati di conservare la loro memoria.

La giornata è proseguita con l’intervento del presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, dott. Antonio Ballarin. Figlio di esuli da Lussingrande nel Quarnaro, in Croazia, è nato e cresciuto nel Quartiere Giuliano-Dalmata di Roma; è impegnato in molteplici attività sociali di rilievo ed è coinvolto nella tutela dei diritti umani sia in favore dei soggetti che hanno subito l’esodo giuliano-dalmata che della minoranza di lingua italiana in Slovenia e Croazia.

Nel suo intervento ha ricostruito la complessa vicenda del Confine orientale che, partendo dall’annessione, in età napoleonica, della Repubblica di Venezia all’Impero Austro-Ungarico, esplose in maniera dirompente agli inizi del Novecento con l’affermarsi delle ideologie nazionaliste e la cui tragedia si consumò alla fine del secondo conflitto mondiale.

Hanno partecipato alla cerimonia, insieme alle autorità civili e militari, alcuni studenti del Liceo Classico “Gaio Cornelio Tacito” di Terni.

Foto: Prefettura Terni ©

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