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Blitz in Comune, opposizioni sul piede di guerra

Alla notizia dei tre arresti che vedono coinvolti l’assessore al bilancio, Piacenti D’Ubaldi, l’avvocato di Terni Reti, Vincenzo Montalbano Caracci, e il consulente di Terni Reti, Roberto Camporesi (LEGGI), le opposizioni partono all’attacco già alimentate da un profondo malcontento legato all’approvazione di ieri in consiglio del piano di riequilibrio (LEGGI).

“Le notizie che arrivano oggi da Palazzo Spada e questura – scrive M5S Terni – sono forse l’ultima umiliazione che il PD ha riservato alla nostra comunità. Alcune fonti giornalistiche parlano di 3 arresti, tra cui l’assessore al Bilancio Piacenti D’Ubaldi e l’amministratore unico di TerniReti Vincenzo Montalbano.

Ricordiamo in proposito come il M5S si era già occupato della questione Terni Reti con una relazione della IV commissione di Garanzia e controllo presieduta da Federico Pasculli.

Non sappiamo ancora se i fatti in esame della suddetta commissione rientrino nell’indagine ma è da oltre un anno che l’Amministrazione comunale è oggetto di indagini giudiziarie, indagini che hanno già condotto all’arresto di sindaco, assessore, oltre a numerosi altri provvedimenti a carico di funzionari pubblici e imprenditori locali.

Il PD e Leopoldo Di Girolamo hanno voluto proseguire come se nulla fosse, volendo far credere che era tutto a posto, sfidando cittadini e Istituzioni, nel silenzio complice di alcune opposizioni e di pezzi deviati di città, scudati dietro le parole: non veniteci oggi a parlare di garantismo per la casta, quando nessuno è garantista con famiglie e imprese costrette ad accollarsi maxi debiti, contratti soltanto per ingrassare il ‘sistema’.

Questi ennesimi fatti dimostrano che la sfida politica, amministrativa e gestionale è perduta a Terni, in Umbria e nel Paese: siamo pienamente dentro un collasso morale ed economico che ormai rischia di travolgere anche le tante forze sane della città.

Siamo stati gli unici a ribadire costantemente come la questione giudiziaria fosse tutt’altro che terminata con la ‘scarcerazione’ del sindaco: i gravi indizi di colpevolezza erano e sono ancora tutti lì, così come sono lì i lucrosi affari dei soliti noti.

Seguiremo attentamente gli sviluppi delle prossime ore e se necessario non mancheremo di sollecitare il Prefetto, affinché questi assuma ogni più utile decisione per la città: basta con dilazioni, differimenti, ciniche strategie per evitare il voto sulla pelle dei ternani”.

“Chi pensava che la Giunta Di Girolamo avesse toccato il suo punto più basso dovrà ricredersi – scrive Emanuele Fiorini, Capogruppo Lega Umbria -. Ecco infatti arrivare la notizia di nuove perquisizioni a Palazzo Spada e, poco dopo, la decisione del Gip della misura degli arresti domiciliari per l’amministratore unico di  TerniReti, il suo consulente e dell’assessore al bilancio, Piacenti  d’Ubaldi.

Dopo i milioni di euro di debiti contratti, le inchieste, i primi arresti domiciliari tra cui quelli del sindaco, la bocciatura del piano di riequilibrio, la decisione dell’accesso al fondo di rotazione e il conseguente aumento indiscriminato delle tasse locali ecco un’altra, ennesima, brutta pagina di storia politica ternana firmata Pd. Mentre nel resto dell’Umbria si discute di come sviluppare i territori e si ottengono dei risultati, la città di Terni rischia di venire scippata
del tribunale e di essere marginalizzata dal sistema trasporti umbro a causa dell’inerzia dei suoi rappresentanti politici di maggioranza alle prese con beghe personali e giudiziarie.

La città, inserita in un contesto di profonda crisi caratterizzato da imprese che chiudono e un tasso di disoccupazione sempre più alto, non riesce a reagire, paralizzata da una classe politica di centrosinistra arrivata ormai al capolinea, inerme, sofferente, incapace di ogni azione risolutiva. Cosa ulteriormente deve accadere perché possano, finalmente, rassegnare le dimissioni e andarsene a casa?”.

 

“Non esistono le condizioni minime – scrive Enrico Melasecche di I Love Terni – di praticabilità politica ed istituzionale. Gli arresti di Piacenti e di altri suoi diretti referenti proprio per ciò che avveniva sul retroscena della vendita delle farmacie impongono un taglio netto con le vicende turbolente di questi anni. Si impongono le dimissioni del sindaco perché l’accanimento terapeutico è giunto oltre la decenza”.

“Le notizie giunte – spiega Melasecche – sono di una gravità unica in quanto riguardano l’aspetto più delicato delle vicende comunali e cioè la vendita delle farmacie su cui l’Assessore, come da emerso da tempo, era intervenuto direttamente nella gestione del bando, aspetto questo che la legge da tempo ha riservato alla dirigenza impedendo che la politica metta mano ad aspetti gestionali, proprio per evitare i problemi che in passato hanno ampiamente interessato molte vicende giudiziarie del Paese e su cui l’ANAC si è espressa ripetutamente senza esitazioni”.

“Presento un atto di indirizzo, – continua – unitamente ad altri consiglieri, chiedendo che venga discusso quanto prima in consiglio ai primi di gennaio, sulla situazione complessiva che vive la citta, contenente la richiesta di dimissioni del sindaco che non può continuare a far finta di nulla sostenendo che tutto va bene. D’altronde l’aumento dell’IMU e della TASI, che ha voluto imporre alla citta, deliberato ieri insieme alle altre misure contenute nelle manovre di bilancio, come il taglio di molti servizi, unitamente al degrado generale che inficia anche la sicurezza dei cittadini, impone scelte ormai non più rinviabili”.

Foto: (archivio) TerniLife ©

 

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