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“Quando il gioco d’azzardo diventa un problema”, se ne parla a Bastia Umbra

Domani 8 ottobre, alle 17, al Centro Umbriafiere di Bastia Umbra, nell’ambito della fiera dedicata alla sostenibilità e al consumo critico, “Fa’ la cosa giusta”, si parlerà di ludopatia con l’evento “Quando il gioco d’azzardo diventa un problema”.

All’incontro interverranno Maurizio Avanzi, presidente di Alea e dirigente medico della Ausl Piacenza dove è responsabile aziendale per il gioco d’azzardo patologico, Paolo Canova, comunicatore scientifico e ideatore del progetto “Fate il nostro Gioco”, Angela Bravi del Servizio Salute Mentale e Dipendenze della Regione Umbria. Modera Leonardo Alfonsi, comunicatore scientifico.

Ricordando che il 15 settembre è partita la campagna di comunicazione per la prevenzione e il contrasto del gioco d’azzardo patologico promossa dalla Regione Umbria, l’assessore regionale alla Salute, alla Coesione sociale e al Welfare, Luca Barberini, ha sottolineato che “la Regione ha programmato numerose azioni previste dalla legge regionale per la prevenzione, il contrasto e la cura della ludopatia, una vera patologia sempre più diffusa e che colpisce tutte le fasce della popolazione compresi anziani e giovani.

Si stima che in Umbria siano circa 10mila le persone con profilo di gioco problematico: il 5,6 per cento della popolazione fra i 15 e i 74 anni. Un dato in linea con la media nazionale, che nel 2016 ha visto gli umbri spendere circa 1.099 milioni di euro nei giochi autorizzati dai Monopoli, di cui il 67 per cento per apparecchi elettronici e slot machine”.

Grazie alla Regione Umbria sono stati attivati servizi sociosanitari dedicati in tutti i distretti sanitari della regione ed è stato aperto un Centro di riferimento regionale per il trattamento del fenomeno. Inoltre, è stato attivato un numero verde regionale (800.410.902) per ascolto e consulenza, e sono state avviate attività formative per operatori e volontari, nonché di promozione della salute nelle scuole. Infine sono previsti corsi di formazione obbligatori per addetti ai locali da gioco e un marchio ‘No Slot’ per esercizi commerciali liberi da apparecchi per il gioco”.

Foto: (archivio) TerniLife ©

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