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Acea Terni, M5S: “Da Roma nuove politiche per lo smaltimento dei rifiuti”

Questa mattina a Palazzo Spada si è svolta una conferenza stampa congiunta del gruppo consiliare Movimento 5 Stelle con la partecipazione dei consiglieri comunali di Roma per presentare una mozione approvata dal consiglio comunale capitolino.

Un passo importante con il quale si definiscono nuove modalità per lo smaltimento dei rifiuti da parte di Acea, modifica che riguarda anche l’inceneritore ternano.

Con la mozione, approvata con i voti dei consiglieri dell’M5S di Roma, si impegna la Giunta (nel pieno rispetto della normativa vigente e dell’autonomia dei ruoli) a “promuovere l’adozione da parte della partecipata ACEA Spa di politiche di esercizio dell’attività di gestione dei rifiuti diverse dallo smaltimento mediante incenerimento e quindi con modalità diverse da quelle a cui è funzionale l’istanza formulata da ACEA Ambiente Srl titolata Estensione tipologie di rifiuti non pericolosi da avviare a recupero energetico per l’impianto di termovalorizzazione, sito in Terni, via Ratini n. 23, località maratta Bassa”.

“Le azioni politiche di Roma – ha spiegato il consigliere del Movimento 5 Stelle, Roberto Di Palma – hanno un effetto anche a Terni.  La nostra politica è contro gli inceneritori. Con la mozione si chiede di non far ampliare l’autorizzazione ad Acea ambiente allo smaltimento di rifiuti urbani nello stabilimento di Terni. Una giornata storica – concorda il gruppo consiliare ternano del Movimento – un primo passo verso lo smantellamento dell’attacco alla salute dei cittadini ternani”.

Sul fatto interviene  il Comitato No Inceneritori Terni considerandolo  “rilevante sia per la novità, mai era successo prima, ma soprattutto perché i soggetti interessati hanno per ovvi motivi rilevanza nazionale: la Capitale e la sua partecipata al 51%, che è ad oggi il quinto operatore nazionale nel settore rifiuti. Acea però ha in sé ancora vigente un Piano Industriale che la vorrebbe proiettare al terzo posto per volumi di rifiuti trattati e tra i settori c’è anche quello dell’incenerimento. Manca insomma un passaggio della Giunta Capitolina prima dell’imminente Assemblea degli Azionisti di aprile. Un atto di indirizzo lo sappiamo, rischia di rimanere una semplice espressione di intenti se non è una Giunta a ratificarne i contenuti. Fatto questo si dovrà far pesare il ruolo del socio di maggioranza pubblica, il Comune appunto, al contrario di quanto fatto finora in cui a comandare in Acea sono sempre stati i soci privati”.

“Detto questo – continua la nota del Comitato – il terzo soggetto in campo è la Regione Umbria. Ebbene anche la Giunta Regionale ha diverse armi a sua disposizione, una su tutte il potere programmatorio in materia di rifiuti che ancora, malgrado lo Sblocca Italia, rimane nelle sue mani. E questa vicenda mette in risalto un assurdo: la Regione ha deciso (scelleratamente) di produrre dalla frazione residua il Combustibile Solido Secondario ma da inviare fuori regione. Ora la cosa davvero grave è che Acea chiede di utilizzare la stessa frazione per invece incenerirla a Terni, nei fatti ponendosi al di sopra della Regione Umbria. Dalla sua il fatto che questa frazione residua, ottenuta dal trattamento dell’indifferenziato, perde la denominazione di “rifiuto urbano”, obbligato quindi al trattamento e smaltimento nel bacino di origine, per diventare invece “rifiuto speciale” libero in quanto tale di circolare per tutto il territorio nazionale”.

Intanto il Comitato continua la mobilitazione e la raccolta fondi per il ricorso al TAR contro l’autorizzazione all’altro inceneritore. Foto: Terni Life ©

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