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SVILUPPO DEL TERRITORIO E OCCUPAZIONE, ECCO L’INDAGINE DELLA UIL

Un’altra indagine della Uil approda al meeting di Collerolletta in programma fino a domenica 26 giugno. Dopo quella sul futuro delle nuove generazioni e quella su chi paga le tasse nei comuni del Ternano è ora la volta di una approfondita indagine a cura Uil nazionale servizio politiche territoriali realizzata da Luigi Veltro.
Si tratta di una dettagliata indagine sui fondi strutturali e di investimento europei e quindi sulle opportunità per lo sviluppo del territorio e per l’occupazione. Sulla base dell’elaborazione dei dati dei singoli programmi operativi regionali (POR) e del programma di sviluppo rurale (PSR) Umbria, la dotazione per il 2014-2020 ammonta a quasi 1,5 miliardi di euro, comprensivi di cofinanziamento nazionale, di cui: 356 milioni di euro (il 24,2% del totale), per il fondo europeo di sviluppo regionale (FESR);  238 milioni di euro (il 16, 2% del totale), di fondo sociale europeo (FSE), 877 milioni di euro (il 59,6% del totale), di fondo europeo di sviluppo rurale (FEASR).
Di tali risorse occorre aggiungere la dotazione dei programmi operativi nazionali che per tutto il centro nord ammontano a 1,8 miliardi di euro, e, secondo la chiave di riparto dei fondi strutturali europei alla Regione Umbria dovrebbero ammontare a 71 milioni di euro. In particolare per il programma nazionale per la scuola, competenze e ambienti per l’apprendimento, dei 714 milioni di euro per le regioni del centro nord all’Umbria andrebbero 32 milioni di euro; del programma nazionale delle politiche attive dei 262 milioni di euro per tutto il centro nord all’Umbria ne spetterebbero 12 milioni di euro; del programma nazionale aiuti alimentari dei 139 milioni di euro di spettanza del centro nord all’Umbria ne andrebbero 6 milioni di euro; dei 336 milioni di euro del programma nazionale inclusione e lotta alla povertà per il centro nord all’Umbria ne spetterebbero 15 milioni di euro; dei 102 milioni di euro per il centro nord del programma nazionale governance ed assistenza tecnica, all’Umbria ne spetterebbero 4,6 milioni di euro.
Per quanto riguarda la programmazione per obiettivi tematici del Fesr e del Fse, per la ricerca, sviluppo e innovazione sono stanziati 102 milioni di euro (il 17,1% del totale; per la crescita digitale a 32 milioni di euro (il 5,4% del totale); per la competitività delle imprese 86 milioni di euro (il 14,4% del totale ; per l’obiettivo di ridurre le emissioni di carbonio 56 milioni di euro (il 9,4% del totale); per ambiente e cultura, compreso il cambiamento climatico e la prevenzione e gestione dei rischi 36 milioni di euro; per la mobilità sostenibile 31 milioni di euro (il 5,2% del totale); per l’occupazione 107 milioni di euro (il 18% del totale); per l’inclusione sociale 56 milioni di euro (il 9,4% del totale); per l’istruzione e formazione 57 milioni di euro (il 9,5% del totale); per migliorare la capacità istituzionale, amministrativa e assistenza tecnica 32 milioni di euro (il 5,5% del totale).
Per quanto riguarda il programma regionale di sviluppo rurale, il 23,2% del totale (203 milioni di euro), e programmato in investimenti in infrastrutture immateriali (gestione risorse idriche, miglioramento prestazioni aziende agricole, investimenti trasformazione e commercializzazione prodotti agricoli, ecc.); il 16,1% del totale (141 milioni di euro), per pagamenti agro-climatico-ambientali (aree realizzazione per la biodiversità, riconversione dei seminativi in pascoli o prati, miglioramento dei pascoli, ecc.); l ‘ 11,8% del totale (103 milioni di euro), e programmato per i servizi di base alle aziende agricole e delle imprese (piani di tutela aree rurali, ampliamento infrastrutture viarie, sostegno alla banda larga, interventi per l’accesso alla banda larga e ai di servizi della pubblica amministrazione ecc.); il 9,2% del totale (80 milioni di euro), e programmato in investimenti nello sviluppo delle aree forestali e nel miglioramento della redditività delle foreste; il 7,8% del totale (68 milioni di euro), e programmato in interventi per la cooperazione; il 7,2% del totale (63 milioni di euro), e programmato in interventi un paese di zone soggette a vincoli naturali; il 5,5% del totale (49 milioni di euro), e programmato in interventi per lo sviluppo locale.
La Regione Umbria,  come la stragrande maggioranza delle regioni ha scelto la “monofondo”  per la programmazione 2014-2020, ossia singoli programmi operativi per ogni fondo. Tale scelta rischia di frammentare la programmazione dei fondi comunitari, per questo la Uil indica la necessità di istituire presso la presidenza della Regione una “cabina di regia”, con la partecipazione attiva e concreta delle parti economiche e sociali, in cui si discutono scelte di programmazione, non solo di tutti i tutti i fondi comunitari (Fesr, Feasr, Fse), e del fondo sviluppo e coesione, ma anche delle risorse ordinarie. Inoltre l’attuale ciclo di programmazione e fortemente declinato nella dimensione territoriale e sarà quindi importanti e cruciale il ruolo e il protagonismo attivo dei comuni per massimizzare, in termini di sviluppo economico, sociale ed occupazionale la spesa delle risorse dei fondi comunitari. Un nostro obiettivo sarà quello di mettere in campo un piano mirato a rafforzare e potenziare le capacità delle lavoratrici e lavoratori dei comuni con l’intento di costruire negli enti locali “sportelli Europa” con figure professionali adeguate e preparate, attraverso adeguati percorsi formativi mirati all’acquisizione di nuove competenze, soprattutto nella programmazione e gestione dei fondi comunitari, stanziando risorse del fondo sociale europeo. Ultimo, ma non meno importante sarà il ruolo attivo della Regione per mettere in atto una strategia di implementazione delle pre condizioni per lo sviluppo attraverso azioni volte al miglioramento della capacità amministrativa per la semplificazione e la sburocratizzazione dei procedimenti della pubblica amministrazione locale in un paese dei cittadini e delle imprese. Favorire poi l’attrazione degli investimenti produttivi attraverso la realizzazione degli sportelli unici per le imprese in tutti i comuni della regione.
Strategici, per il benessere dei Cittadini umbri, sono gli Investimenti finalizzati all’Innovazione sociale e all’inclusione attiva. Sempre Luigi Veltro del servizio politiche territoriali della Uil nazionale ha realizzato un focus garanzia giovani in Umbria, secondo l’ultimo rapporto del programma “garanzia giovani”, aggiornato al 17 giugno 2016, sono quasi 21 mila i giovani che si sono registrati al programma, equamente divisi tra ragazzi e ragazze. di questi di questi oltre 15 mila (il 74,1% del totale) ha preso in carico dai servizi per l’impiego, anche qui equamente divisi tra ragazze e ragazzi.  Il 51,5% delle registrazioni ( 10,807 unità), riguarda ragazzi e ragazze di età compresa tra i 19 e i 24 anni; il 38,7% ( 8,123 unità), sono ragazzi e ragazze di età compresa tra i 25 ed i 29 anni; il 9,7% ( 2.035 unità), riguarda ragazzi e ragazze di età compresa tra i 15 ed i 18 anni. Il 50,6% dei giovani presi in carico ha un età compresa tra i 19 e i 24 anni; il 38,7% delle nazioni unite età compresa tra i 25 ed i 29 anni; il 10,7% ha un età compresa tra i 15 e i 18 anni. In Umbria il quasi 79% dei giovani presi in carico presenta un indice di profilazione medio alto e alto. Nello specifico il 31,2 % dei ragazzi e ragazze (4.846 giovani), presenta un indice di difficoltà alto; il47,4% (7,363 giovani), presenta un indice di difficoltà medio alto; l ‘ 8,5% (1.321 giovani), presenta un indice di difficoltà medio basso; il 13% (2.014 giovani), presenta un indice di difficoltà basso. Il programma di durata biennale, il che ha preso avvio nel mese di maggio del 2014, su una dotazione finanziaria complessiva di 1,5 miliardi di euro in Umbria può contare su quasi . 23 milioni di euro. In particolare per l’accoglienza e l’orientamento sono previsti 2 milioni di euro (l’8,8% del totale delle risorse); per percorsi di formazione 8,5 milioni di euro (il 37,3% del totale); per azioni di accompagnamento al lavoro di 600 mila di euro (il 2,6% del totale); per i tirocini 4 milioni di euro (il 17,6% del totale); per il servizio civile nazionale e regionale 1,8 milioni di euro (il 7,9% del totale); per favorire l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità 2 milioni di euro; (l’8,8% del totale); per la mobilità transnazionale e territoriale 189 mila euro (lo 0,8% del totale); per il bonus occupazionale 3,7 milioni di euro (il 16,2% del totale). Per quanto riguarda gli impegni di spesa, secondo i dati aggiornati al 18 aprile 2016 e presentati nel comitato di sorveglianza del programma, la Regione Umbria ha impegnato 15,5 milioni di euro (il 68,2% del totale delle risorse assegnate. Mentre per quanto riguarda la spesa, sempre al 18 aprile 2016 (fonte sigma giovani), l’Umbria aveva caricato sulla piattaforma 3,6 milioni di spese, di cui 2,8 milioni di euro per tirocini. L’idea di fondo del programma garanzia giovani è condivisibile ma le azioni messe in campo hanno registrato “performance” altalenanti, considerando il fatto che la disoccupazione giovanile (15/29 anni), nella provincia di terni e al 30,2% ( 30,9% nella regione); mentre il tasso di inattività dei giovani 15/29 anni e al 54,9% in provincia e al 54,7% . In Regione serve certamente un deciso cambio di passo per la continuazione del programma con adeguati finanziamenti volti a riqualificare, soprattutto, i servizi per l’impiego. Infatti, è fondamentale per la buona riuscita di garanzia giovani, che a monte vi siano servizi per l’impiego efficienti ed efficaci e che vi sia il reale coinvolgimento del mondo delle imprese e della scuola. La spesa e gli investimenti in tema di politiche attive e di potenziamento della rete dei servizi per l’impiego resta insufficiente e, assolutamente, sottodimensionata rispetto alle funzioni che vengono assegnate. Basti pensare, che le recenti riforme del lavoro (jobs act)  impegnano con forza i centri per l’impiego pubblici a seguire milioni di disoccupati, relazionarsi con centinaia di migliaia di imprese, seguire i ragazzi di garanzia giovani, chi sta in cassa integrazione e coloro che potranno accedere ai programmi contro la povertà. Per capire bastano alcuni numeri codice: in Umbria vi sono 5 centri per l’impiego (a terni vi sono 2 centri per l’impiego e 2 sportelli ), occupano il che in totale 183 persone di cui il 73% un il tempo indeterminato ed il 27% un determinato tempo; nel 2015 sono stato presentate 28,902domande di immediata disponibilità (did), ossia una supporti di 158 pratiche per operatore; in Umbria i disoccupati sono oltre 42 mila persone ( 11 mila in provincia di Terni). Il tutto senza investimenti in risorse umane e con strumenti non adeguati in relazione ai vecchi e nuovi compiti assegnati. Per questo riteniamo non più rinviabile un piano straordinario di investimenti nei centri per l’impiego con l’utilizzo settore di risorse ordinarie e dei fondi comunitari  giugno 2016.
Foto: (archivio) TerniLife ©

 

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