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CASO MENSE, IL COTTO E MANGIATO AL CENTRO DI UN CONVEGNO DELLA UIL

La Uil è aperta a tutto, anche ad affrontare i costi e risparmi del cibo trasportato a scuola ma solo dopo aver parlato del “cotto e mangiato” delle mense scolastiche comunali: un bene comunque da mantenere.  E’ in programma il convegno, organizzato dalla Uil di Terni, “Non toglieteci il cotto e mangiato” giovedì prossimo 10 marzo alle ore 16, in via Pacinotti 34. I lavori, coordinati dal segretario della Uil di Terni Gino Venturi, vedono le relazioni di Ilio Masci, psicologo e responsabile della’unità operativa Disturbi del comportamento alimentare Asl Umbria2, del pedagogista Francesco Parroni, di Massimo Formica dell’Isde, l’associazione medici per l’ambiente, di Stefano Villamena docente di diritto amministrativo dell’Università di Macerata,  di Silvana Roseto segretaria nazionale UIL responsabile Politiche di Cittadinanza, del Sociale e del nuovo welfare. Sono stati invitati i comitati dei genitori Co.sec e commissari mense. Ai partecipanti al convegno, in forma simbolica, sarà offerto un piatto di pastasciutta “cotto e mangiato”. Perché, come si sa, un piatto di pasta caldo non si nega a nessuno. Perché negarlo proprio ai bambini?  “La scelta, prima ancora che economica – spiegano dalla Uil – è tutta politica, nel senso che attiene direttamente a valori fondamentali quali la salute di migliaia di bambini che ogni anno pranzano a scuola ed anche la tutela ambientale del nostro già tanto martoriato territorio. E’ ora di chiudere con una politica, centrale e locale, che in nome dell’austerità taglia i servizi ai cittadini o li declassa invece di intervenire eliminando privilegi e sprechi.
Cucinare i pasti direttamente nelle scuole è meglio e il cibo è più buono di quello trasportato dall’esterno e cotto molte ore prima. Ciò è fuori discussione, persino banale affermarlo. Ci sono tuttavia altri aspetti molto importanti che non vanno sottovalutati e che non possono rimanere in secondo piano. Infatti il mangiare a scuola non significa solo nutrimento, ma anche educazione. In particolare fare educazione alimentare senza la quale è più facile avere disfunzioni anche comportamentali e problemi nell’età adolescenziale ed adulta. Quali? Così anche è da approfondire cosa significhi abituare un bambino da 3 a 14 anni, tutti i giorni, all’usa e getta che l’introduzione di piatti e bicchieri di carta comporterebbe. Hai voglia poi a fare convegni sulla tutela ambientale e sul rispetto della natura. La produzione di oltre 14 tonnellate di plastica in più ogni anno, inoltre, rappresenta o no un problema di impatto ambientale da considerare e un costo ulteriore  per lo smaltimento che dobbiamo sostenere? Anche su questi temi vogliamo riflettere ed acquisire maggiore consapevolezza, facendoci aiutare da esperti di grande autorevolezza”. 

Foto web ©

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