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UIL E GENITORI: “NO” ALLA CHIUSURA DELLE MENSE SCOLASTICHE

“UIL, sindacato dei cittadini” interviene sulla decisione del comune di Terni di chiudere alcune mense scolastiche.

Mercoledì 19 alle 17 presso la  sede della UIL in via Pacinotti 34 , a Terni, ci sarà un’assemblea con i genitori dove verranno programmate le iniziative da intraprendere affinché il comune ritorni sulla scelta di chiudere le mense.

La chiusura delle cucine in loco e la fornitura dei pasti già cotti trasportati dall’esterno, al momento, riguardano 4 scuole dell’infanzia: “Valenza”, Q.re Italia “Grillo parlante”, San Clemente e San Michele. La questione non è piaciuta ai sindacati così come ai genitori che temono una bassa qualità e, quindi, un rischio per la salute dei piccoli. Inoltre, ricorda il sindacato, in tal modo non sarebbe rispettata la “Carta del servizio di ristorazione scolastica” (anno 2007) che si ispira a una Direttiva Governativa del 1994. Nel documento si legge che il Comune nell’organizzare le mense scolastiche è guidato “non sicuramente dalla quantità, ma dalla qualità che si basa sia su elementi organizzativi che di impostazione metodologica e gestionale”. Tra gli impegni, è scritto, “il mantenimento della preparazione dei pasti in loco per i bambini più piccoli” al fine di garantire “freschezza e gustosità dei pasti assicurando un’immediata continuità tra preparazione e consumazione”. Inoltre si parla anche del valore educativo del pasto definito “un’occasione unica per contribuire a formare il comportamento alimentare”.

Dunque, la Carta è un vero e proprio patto tra istituzioni e genitori che non può essere sminuito o, peggio, non considerato. A tutto questo si aggiunge che esiste e deve essere rispettata la “commissione mensa” (ne fanno parte anche i genitori) che la stessa Carta dei servizi (così come le linee regionali) individua come elemento fondamentale per la qualità del servizio. “Perché in questo caso non è stata consultata così come non è stata neanche consultata la dietista che pure il Comune paga anche per questo?” – chiede la Uil.

Il comune si giustifica con la necessità di un risparmio ma il sindacato non trova politicamente qualificabile una scelta che invece di tagliare gli sprechi riduca la qualità dei servizi, tanto più quando si tratta della salute dei bambini.
 Ma non sono convinti neanche sul fronte costi e, a tal proposito, presenteranno prossimamente i risultati di un loro approfondimento sui costi, sulle tariffe, sulla gestione del servizio, sulle spese “improduttive” che andrebbero evitate.

Intanto, annuncia il segretario provinciale del sindacato,  Gino Venturi,  ” abbiamo chiesto audizione alla 2^ Commissione Consiliare del Comune e il Presidente Francesco Filipponi ci ha assicurato che presto ci convocherà.” Foto: dal web.

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