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L’amministratore unico delle farmacie, Ricci: “Sono al servizio della città”

(dal Corriere dell’Umbria – Davide Vecchi) Nel 2014 ha ereditato un’azienda pubblica con un debito pregresso di un milione, un bilancio sociale di 300 mila euro e una perdita previsionale di 500 mila. Oggi, a ormai fine mandato, si appresta a chiudere il prossimo bilancio con un reddito di circa 2 milioni, il debito totalmente azzerato e un bilancio sociale più che raddoppiato e portato a 700 mila. L’azienda è liquida per 3,5 milioni di euro. L’uomo del risanamento di Afas Perugia è Federico Ricci, classe 1977, due giorni fa nominato amministratore unico delle farmacie comunali di Terni.

IL PD E IL VIZIO DELLA MEDIOCRITA’

Ricci sgombriamo il campo dalle polemiche: lei è un perugino, chiamato dal sindaco di Terni, Leonardo Latini, per i risultati conseguiti a Perugia o per altre motivazioni?
Vado a Terni forte dell’ottimo lavoro svolto a Perugia con la squadra composta dal presidente di Afas, Virgilio Puletti, dal consigliere Annalisa Mierla e dal direttore generale Raimondi Cerquiglini che ha impostato e avviato il piano nel 2013. E vado a Terni da tecnico, pur in grande sintonia con questa amministrazione di cui stimo capacità politica e visione strategica.
Avete risanato Afas Perugia. Che situazione finanziaria trova a Terni?
La parola più giusta per definire la situazione è difficile. Anche per i dati dei primi due mesi del 2019. L’impressione è che negli ultimi anni ci sia stata una progressiva disaffezione tra vertici dell’azienda, dipendenti e città. Un disamoramento. Per questo il mio primo obiettivo è riportare serenità. Prima di tutto tra i lavoratori e le lavoratrici, poi vorrei fare un patto con la città.
Un patto?
Io ritengo che le farmacie siano l’ultimo luogo in cui esistono rapporti umani e interpersonali ormai azzerati dalle grandi catene di distribuzione; lavorerò con questo obiettivo: far tornare le farmacie a essere un luogo accogliente per i cittadini che qui, oltre a trovare gli stessi prodotti che possono acquistare nei supermercati, troveranno del personale qualificato e competente in grado di consigliare e comprendere al meglio richieste ed esigenze dei clienti. Voglio cioè ricreare quel rapporto personale e diretto che ha storicamente contrassegnato il ruolo del farmacista.
Questa è stata la ricetta adottata a Perugia? Avete aperto una farmacia fino alle 24. Ripeterete l’esperimento a Terni?
Se ci saranno le condizioni senz’altro, intanto vorrei iniziare da una cosa più semplice: rifare le insegne di tutte le nostre farmacie con la semplice scritta “farmacia” e il nome del quartiere.
Quante sono a Terni?
Sono nove farmacie e una parafarmacia.
Negli ultimi mesi si è letto di notizie poco rassicuranti inerenti i conti economici e finanziari dell’azienda ternana. Serve una ristrutturazione totale o crede possano bastare degli interventi mirati?
Ci riserviamo i primi mesi per fare una approfondita due diligence e stilare un piano di salvataggio che al momento appare necessario. Ma il mio obiettivo di mandato è quello di presentare un piano industriale entro giugno con il traguardo del rilancio dell’azienda che deve passare anche dalla crescita occupazionale. Perché in Umbria c’è molto bisogno di un settore pubblico che faccia da volano all’economia, inoltre abbiamo delle eccellenze professionali che dobbiamo e vogliamo non solo tutelare ma valorizzare.
Si è anche letto di una possibile vendita.

Il mio mandato è volto a recuperare un reddito generato anno per anno per la città che poi l’amministrazione può reinvestire sul territorio e allo stesso modo è finalizzato a recuperare un asset importante per Terni.
Venderete le farmacie?
Figurarsi. Quando ci insediammo in Afas Perugia qualcuno ci fece pervenire il suggerimento di cedere singolarmente le farmacie per 200 mila euro l’una; ovviamente non abbiamo seguito il consiglio. Oggi, a distanza di cinque anni, l’azienda ha ancora tutte le farmacie e vale 40 milioni.
Un risultato insperato e difficile da prevedere. Come avete fatto?
Semplicemente riposizionando le farmacie al ruolo sociale che devono avere. Non soltanto vendere un farmaco, ma offrire luoghi nei quali il cliente può soddisfare la propria esigenza per prodotti di bellezza, integratori, medicina naturale, veterinari: insomma c’è tutto ma con il valore aggiunto di personale competente in grado di guidare nella scelta e fornire consigli.
Con l’incarico ricevuto a Terni ha rimesso il mandato e restituito Afas Perugia risanata al sindaco del capoluogo, Andrea Romizi?
Rispetto i passaggi tecnici tra cui il progetto di bilancio e la presentazione dei risultati alla città; siccome voglio concentrarmi su questa nuova difficile sfida, anche per rispetto della città di Terni, indicativamente a fine marzo lascerò l’incarico di Perugia.
La nuova sfida?
Noi ci impegniamo come azienda a recuperare efficienza e a tagliare gli sprechi, ma vorrei che i cittadini tornassero ad acquistare da noi. Questo è un bene comune e ciascuno di noi può fare qualcosa. Anzi, rivolgo ai ternani l’invito ad aiutarci per restituire loro un buon servizio, scegliendoci.

Foto: TerniLife ©

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