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Fabio Matteucci espone a Stroncone in occasione dell’Agosto Stronconese

Dal 20 al 30 agosto Stroncone, nell’ambito dell’Agosto Stronconese, ospita presso l’ Archivio Storico Notarile le opere, realizzate utilizzando unicamente la penna Bic, dell’artista Fabio Matteucci.

Per l’ occasione l’artista donerà al Comune di Stroncone una sua opera inedita ispirata alla Madonna del Gonfalone di Stroncone.
Nota dell’artista:
“Dalla Madonna del Gonfalone a una Madre di Gaza”
In questo disegno, l’eco di un’antica bellezza si spezza per dare voce al dolore del presente.
Ho scelto di partire dalla Madonna del Gonfalone, custodita nella chiesa di Stroncone, per operare una trasformazione radicale: non solo artistica, ma profondamente umana.
I volti sereni e idealizzati della Vergine e del Bambino del XVI secolo sono stati sostituiti con quelli sofferenti di una madre e di suo figlio di Gaza.
Non è un atto di provocazione gratuita o irrispettosa verso l’arte sacra, ma un gesto di profonda umanità: ho voluto abbattere l’aura del sacro per riportare la maternità al suo stato più vulnerabile, più fragile e vero.
Ho tolto le aureole, ho cancellato il contesto, le colonne, i santi e il cielo perché tutto ciò è stato cancellato anche nella loro realtà: distrutto e spazzato via.
Restano solo loro, madre e figlio, nell’abisso di uno sfondo bianco che non è purezza, ma vuoto. È assenza. È silenzio.
Il disegno è realizzato interamente con una penna Bic, strumento umile, quotidiano, scelto per accentuare la durezza e la semplicità del gesto. Il bianco e nero qui non è solo una scelta stilistica, ma una dichiarazione emotiva: la vita ha perso i suoi colori.
Il bambino stringe ancora qualcosa tra le mani, come nell’originale. Ma non è più il libriccino della parola di Dio: ora è un quaderno di scuola. È la traccia di un futuro possibile, ora negato. Un frammento di normalità sopravvissuto al disastro. Un gesto disperato di resistenza.
E la madre guarda fuori dall’immagine, negli occhi dello spettatore, come a dire: “Guardaci. Non voltarti.”
Questo lavoro è un grido sommesso, un’icona del presente devastato, un tentativo di custodire la dignità nel mezzo delle macerie.
Un invito a non dimenticare, a non chiudere gli occhi. Perché anche nei resti di ciò che è stato, può ancora sopravvivere un seme di speranza.
“A nome dell’Amministrazione Comunale, desidero esprimere la più profonda gratitudine all’artista per aver donato al nostro Comune questa opera di straordinaria potenza e significato. La sua “Madre di Gaza” è molto più di un semplice disegno: è un ponte tra passato e presente, un’opera d’arte che attinge a un’antica tradizione per parlare con urgenza al nostro tempo.
​L’uso sapiente e coraggioso di uno strumento quotidiano come la penna Bic, che ha trasformato in un mezzo per esprimere un dolore universale, testimonia la notevole abilità e la sensibilità dell’artista. Il bianco e nero non è una semplice scelta tecnica, ma un’emotiva dichiarazione di intenti, che spoglia la scena di ogni superfluo per lasciare che a parlare sia la pura e cruda umanità.
​Questa reinterpretazione della Madonna del Gonfalone, così profondamente empatica e innovativa, ci invita a riflettere sul significato della maternità e della sofferenza. L’artista ha saputo cogliere l’essenza di un dolore che travalica ogni confine, trasformando un’icona sacra in un simbolo di vulnerabilità e speranza. Il quaderno di scuola tra le mani del bambino, in sostituzione del testo sacro, è un’immagine di struggente bellezza che ci ricorda quanto la speranza per il futuro sia un bene prezioso e fragile.
​Quest’opera è un prezioso monito a non dimenticare, a non voltare lo sguardo di fronte alle tragedie del mondo. L’artista ha donato alla nostra comunità non solo un capolavoro di creatività e bravura, ma anche un invito alla compassione e alla solidarietà. È un onore per il nostro Comune poter custodire un’opera che, siamo certi, toccherà le corde più profonde di chiunque la osserverà.
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