Un piano industriale non è stato ancora presentato, ma quel che è abbastanza certo dopo il cambio di proprietà in Ast – Acciai Speciali Terni – è che il neo insediato gruppo Arvedi ha intenzione di sfoltire il comparto della vigilanza in appalto a Sicuritalia.
“L’acciaieria dispone di una quarantina di vigilanti interni, ai quali si aggiunge questo appalto, che la proprietà precedente aveva particolarmente implementato, raggiungendo la quota di 75 addetti, tra vigilanza armata e non armata – spiegano in una nota Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil di Terni e dell’Umbria – Una cifra considerevole di addetti, della quale la nuova proprietà non vede la necessità: il problema però, come di consuetudine, è che a fare le spese delle diverse valutazioni e scelte poi alla fine sono soltanto i lavoratori, per i quali non è stata ancora prospettata una soluzione, mentre i primi esuberi vengono posti in ferie o utilizzati per tamponare assenze in altri appalti della stessa ditta”.
I sindacati ricordano che sono 11 gli esuberi dichiarati nell’immediato, ma che a settembre diventeranno 18. “Non un licenziamento tout court quindi – sottolineano le tre sigle sindacali – ma un trasferimento in altre località, non necessariamente vicine, con tutte le difficoltà che questo comporta dovendo far fronte alla prospettiva con uno stipendio insufficiente”.
Anche l’amministrazione comunale, incontrata il giorno dello sciopero, ha assunto l’impegno di confrontarsi con la proprietà in merito a una possibile ricollocazione, ma anche da quel fronte non è ancora arrivata nessuna notizia. “L’unica certezza al momento – concludono Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil – è che stanno scattando i primi esuberi. La situazione è critica perchè si tratta di lavoratori per la maggior parte ancora lontani dalla pensione a cui interessa continuare a lavorare nella loro città. Gli annunci della nuova proprietà di uno sviluppo delle attività presenti in Ast e conseguente mantenimento dei livelli occupazionali non hanno riscontro in questi primi esuberi che, seppure riguardano lavoratori non diretti, rappresentano comunque forza lavoro da tutelare”.