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Gruppo di studenti in vacanza a Corfù messi ko da un batterio nell’acqua

(Dal Corriere dell’Umbria) La vacanza tanto attesa, quella all’indomani dell’esame di maturità, rovinata da quello che – con ogni probabilità – dovrebbe essere stato un batterio presente nell’acqua che scorre dai rubinetti dell’isola greca di Corfù, ma se segnalazioni analoghe sono arrivate anche da Zante. Un gruppo di 27 ragazze e ragazzi, neo diplomati del liceo classico Tacito e dello scientifico Galilei di Terni, è stato letteralmente messo ko da una forma batterica che ha provocato in tutti una violentissima tosse, per molti non ancora smaltita, benché siano passati una decina di giorni da quando è comparsa, e per oltre la metà febbre molto alta, in qualche caso addirittura fino a 40 gradi. A raccontare quanto avvenuto a Ipsos, località a nord dell’isola di Corfù, e poi il ritorno a Terni, è una delle componenti del gruppo, Alice, 19 anni, tutt’ora scossa da quanto vissuto.

“La vacanza era di dieci giorni – racconta la studentessa neo diplomata – e per i primi è andato tutto bene. Gli ultimi cinque, invece, abbiamo iniziato ad accusare questa forte tosse, attacchi violenti durante i quali si faceva fatica addirittura a respirare. Poi per molti di noi, almeno una quindicina, è sopraggiunta anche la febbre. Io ho avuto 38-38 e mezzo, ma c’è stato chi è arrivato addirittura a 40. Il primo pensiero è stato il Covid: ci siamo sottoposti ai tamponi che hanno dato invece tutti esiti negativi”.

Alice, come altre sue amiche, si era premunita portandosi dietro qualche Tachipirina, come sempre si fa quando si va soprattutto all’estero, ma la necessità di paracetamolo è chiaramente diventata… un imperativo. “In una farmacia vicino a dove eravamo alloggiati – continua la 19enne – abbiamo comprato un prodotto greco, equiparabile alla nostra Tachipirina. La farmacista ci ha detto che sintomi come i nostri sono molto comuni quest’anno nei villeggianti, ipotizzando che la causa potesse essere un batterio che è nella loro acqua al quale il loro organismo ormai si è abituato, mentre nei turisti stranieri causa questo tipo di effetti”.

Un’ipotesi, quella della farmacista, che ha trovato in qualche modo riscontro al rientro in Italia del gruppo di ragazzi, quando ciascuno si è fatto visitare dal proprio medico. “Una nostra amica è stata addirittura ricoverata in ospedale – continua la ragazza – perché stava veramente male, con sintomi compatibili alla legionella. Gli accertamenti lo hanno però escluso. A tutti noi è stata prescritta una cura di antibiotici che hanno fatto scomparire le febbre, mentre la tosse è ancora rimasta, in qualche caso sempre di forte intensità. Anche i medici ternani hanno detto di ritenere possibile l’ipotesi della farmacista di Ipsos. L’efficacia degli antibiotici esclude una forma virale e fa propendere per il batterio. Quanto alla sua presenza nell’acqua, nessuno di noi, ovviamente, ha bevuto quella del rubinetto, ma i locali del posto fanno grandissimo uso di ghiaccio, che servono ovunque, anche se si chiede un bicchiere di minerale. Ed ovviamente il ghiaccio lo fanno con l’acqua del rubinetto. Quindi questo spiegherebbe tutto”.

Dicevamo che segnalazioni di fatti analoghi sono arrivate anche da altri giovani ternani in vacanza a Zante, altra isola greca. E addirittura anche da Malta. La raccomandazione, per chi deve partire per questi lidi, è ovviamente di evitare di farsi servire ghiaccio e di usare l’acqua minerale anche per lavarsi i denti. Ne va della salute e di una vacanza rovinata.

Foto: TerniLife ©

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