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Ospedale male in classifica, Santini (FdI): “I problemi vanno affrontati”

“Qualche settimana fa – dichiara la consigliera di Fratelli d’Italia Monia Santini – una persona a me cara, alla luce di un mio racconto personale, mi disse: Monia mi dispiace che ci hai dovuto sbattere la faccia perché questi problemi li abbiamo sollevati tante volte. Ebbene, io mi sono vergognata e ho iniziato a riflettere sulla responsabilità politica che esiste sempre, a prescindere dal colore e dal momento storico in cui si vive.
Una responsabilità enorme che sentivamo come tale quando abbiamo portato l’assessore regionale in commissione, mettendolo di fronte alle sue responsabilità politiche, riconoscendole allora e che rimangono anche adesso, e c’è identità politica tra chi ha responsabilità apicali, la Regione, e chi chiede contezza.
Nessuno in questo consesso ha criticato l’operato della seconda commissione che ha visto i consiglieri uniti per un impegno e un lavoro pienamente condiviso, ma non è sufficiente di fronte all’assoluta non volontà di prendere in considerazione il territorio ternano. Non si può parlare di mere performance su numeri quando si parla di questi temi. Chiedo a tutti – prosegue la consigliera – a prescindere dall’esperienza diretta o indiretta di ciascuno, di mettersi una mano sulla coscienza, non si può continuare a fare finta di niente. È indiscussa la responsabilità che proviene dal passato, chiara come per tante altre situazioni che abbiamo purtroppo ereditato, ma ritengo che perpetrare l’errore sia diabolico. Fratelli d’Italia sta facendo la sua battaglia in regione in maniera molto veemente, ma qui non si tratta di stabilire chi sbaglia e chi è nel giusto, qui c’è una causa che è giusta e non il partito. Qui si va uniti oltre i colori e oltre le bandiere, non ci sono colori, né passerelle, ma esigenze vitali, di dignità, che riguardano non soltanto i pazienti, ma anche chi ha lavorato e sta lavorando sopra alle forze. Ho raccolto racconti drammatici, che ho avuto l’onore e il dispiacere di ascoltare, e mi fa specie che chi lavora in questo ambito non dia conto con veridicità di tutto questo.
È chiaro – conclude la consigliera – che la pandemia è stato un test di un sistema già fallimentare su cui non si è lavorato, e quando una azienda non funziona bisogna guardare le responsabilità apicali. Sfondiamo questo muro di assoluta noncuranza, perché non si può parlare di performance regionali quando è il territorio di Terni che non funziona, è qui che il sistema sanitario fallisce”.

Il consigliere della Lega Sergio Armillei argomenta in questi termini: “Io, pur non disconoscendo le problematiche che ci sono nell’ambito della sanità ternana, non posso essere d’accordo con quanto scritto in questo atto perché rifiuto il giudizio che è stato dato dalla classifica Nesweek di essere tra le ultime posizioni in Italia. Intanto, ammesso e non concesso che sia reale la classifica, è vero che l’ospedale di Terni è collocato alla 106 posizione, ma è anche vero che gli ospedali in Italia sono 1.04, quindi, tutto sommato, la posizione che abbiamo non è neanche poi tanto male. Inoltre, la stessa fonte Newseek nelle note specifica che 4 ospedali, tra cui la nostra azienda ospedaliera, non hanno avuto l’obiettività del giudizio dei pazienti, un elemento che statisticamente incide sulla classifica stessa. Detto questo, prosegue il consigliere, questi dati a mio giudizio non sono realistici, tanto è vero che c’è un disclaimer nell’articolo che dice testualmente questo, disclaimer che è stato ripreso anche dal vostro atto che dice come tali i risultati di questa classifica non dovrebbero utilizzati come unica fonte di informazioni per deliberazioni future. Le informazioni fornite in questa classifica, dovrebbero essere considerate in collaborazione con altre informazioni disponibili sugli ospedali o se possibile accompagnate da una visita ad una struttura. In sostanza, voi chiedete una rimozione di figure apicali nella governance dell’azienda ospedaliera e del territorio sulla base di una statistica che a mio parere non ha alcun valore. Se vogliamo essere nel giusto, per quello che riguarda la performance dell’azienda ospedaliera, dovremmo basarci  su altri parametri. C’è il Mes dell’Università Sant’Anna di Pisa che prende in esame 300 indici di performance e, tra l’altro, gli obiettivi del Mes sono quelli che vengono riconosciuti dall’Agenzia regionale per i servizi sanitari. Dai dati dell’Agenas risulta che l’Umbria è al quarto posto tra le Regioni Italiane, quindi neanche tutto questo disastro che viene detto a più non posso. Io non mi sento di giudicare la sanità ternana un disastro, pur, ripeto, non disconoscendo le problematiche che la affliggono che sono state messe a conoscenza dal sottoscritto a più riprese, insieme all’opposizione, attraverso atti di indirizzo condivisi, con commissioni, come ha ricordato la presidente Pepegna in cui abbiamo messo in evidenza tutte le criticità della nostra sanità. Abbiamo fatto delle proposte confluite in un documento e lo abbiamo inviato in Regione, il consigliere Fiorelli lo dovrebbe ricordare bene, visto che lo abbiamo fatto insieme evidenziando tutte le necessità di Terni e della provincia. Quindi non mi sento di buttare addosso tutta questa negatività sull’azienda ospedaliera, pur rimanendo con i piedi per terra, pur riconoscendo molte delle cose che sono state dette in questa sede, compreso quanto affermato dal consigliere Orsini che non le neghiamo perché non ci siamo mai nascosti dietro un dito su questo argomento. Anzi abbiamo sempre cercato di portare il nostro contributo come Lega e come maggioranza”.

“Data la rilevanza del tema, vorrei dare un mio contributo, dichiara il presidente del Consiglio Francesco Maria Ferranti. Credo che questa assemblea, in tutti questi anni, abbia avuto un’attenzione costante e abbia svolto un lavoro forte. Nella commissione competente sono state svolte audizioni e complessivamente posso dire che l’attività di questa assemblea sul tema è sempre stata attiva e trasversale. Un lavoro di buon profilo e di buon livello, ma che resta marginalizzato da quello che sono le reali competenze di questa istituzione sulla sanità. E’ noto a tutti, consiglieri e consiglieri medici, che la competenza del Consiglio in materia di sanità è relativa, maggiore a livello di consigliatura regionale e stando qui da diverse consigliature posso dire che le problematiche di cui sento palare oggi sono le stesse di 5 anni fa, quando era sindaco Leopoldo Di Girolamo ed erano altri i direttori generali. Sono gli stessi problemi di quando 3 anni fa c’èrano i commissari e di quando si è insediata la nuova giunta. Il fatto che la struttura dell’ospedale di Terni sia obsoleta, antica e che ha dei problemi storici, è noto a tutti quanti. Oggi riscontro un aspetto positivo, aggiunge Ferranti. Da dieci mesi a questa parte si parla di una nuova struttura ospedaliera sanitaria a Terni, poi da qui a realizzarla ci vuole del tempo. Ci sono dei tempi e dei percorsi giuridici e giurisprudenziali da rispettare. C’è una commissione con dei rup che dovrà portare alla Regione per una disamina del progetto e vedere se i criteri adottati sono attuabili, soprattutto bisognerà vedere se cè la copertura finanziaria che è il vero problema di progetti così importanti. Detto questo e ferme restando le problematiche di cui parliamo oggi, la mancanza del personale medico e paramedico, le infrastrutture obsolete, troppi primari facenti funzioni, io su questo mi sentirei di dire che comunque negli ultimi mesi sono stati fatti bandi e assunti primari, quindi qualcosa si muove, anche se questo non ha risolto tutte le annose questioni e, se siamo onesti, dobbiamo anche dire che siamo stati bloccati da due anni di pandemia nazionale. Chiunque si fosse trovato ad amministrare durante una pandemia mondiale avrebbe trovato difficoltà. Su questo mi sento di dire la verità, anche una verità che potrebbe non far piacere a tutti. Sicuramente il ruolo che l’Azienda ospedaliera si è trovata a ricoprire durante la pandemia è stato pesante e oneroso e ha aggravato una situazione presente già fragile. Al di là di tutte le criticità riscontrate e le possibili soluzioni quello che serve davvero è realizzare un principio – ne abbiamo parlato quando ci siamo incontrati con i capigruppo di maggioranza, ma è un tema sentito da tutti – quello che serve per migliorare la sanità e le strutture sanitarie è il famoso programma di integrazione tra azienda ospedaliera e aziende sanitarie nei territori. L’ospedale di Terni al netto delle criticità delle strutture, delle carenze di personale e della pandemia da covid, ha un problema di mal funzionamento relativo a questa mancata integrazione. Laddove l’integrazione funziona, come in alcune Regioni specialmente del nord, la sanità ha molte meno criticità che in Umbria. La collaborazione funzionale tra Azienda ospedaliera ed  aziende sanitarie permetterebbe la decongestione di alcuni reparti, come il pronto soccorso e il funzionamento della alta specializzazione ospedaliera universitaria. L’85 per cento dei casi del pronto soccorso rientrano nel codice bianco. E laddove funziona la sanità territoriale, con presidi sanitari di prossimità del territorio, il codice bianco viene seguito da questi e non dal pronto soccorso. Questo non significa negare le criticità esistenti, credo che questo Consiglio le abbia messe in evidenza più e più volte e non dobbiamo dimenticare quali sono le nostre competenze specifiche”.

Foto: Comune di Terni ©

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