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Olio, Cia e Coldiretti: “Ottimo e abbondante”

(Dal Corriere dell’Umbria) Tanta quantità e di ottima qualità. Sono più che positive le previsioni per la raccolta delle olive in Umbria dove si ipotizza un + 40% rispetto all’anno scorso, quando c’era stata una raccolta intorno alle 4.500 tonnellate.

A dare i contorni della stagione 2020 sono Unaprol-Coldiretti e Cia. “Un’estate calda e ora l’arrivo di queste piogge – spiega Giulio Mannelli, consigliere nazionale Unaprol e titolare dell’omonima azienda agricola con sede a Bettona – hanno portato ad avere le piante ricche di olive e, per fortuna, senza mosca olearia. Abbiamo avviato da poco la raccolta, iniziando dal Leccino. Ci aspettiamo quindi un aumento della produzione che possa tornare agli anni d’oro – continua Mannelli – quando l’Umbria è arrivata a produrre 65 mila quintali. La media della nostra regione si attesta infatti su questa cifra”, aggiunge. “Purtroppo – nelle ultime stagioni abbiamo avuto un decremento, ma quest’anno speriamo di tornare su quei risultati. Questo, tuttavia, senza inficiare o abbattere il prezzo che, confidiamo, di poter mantenere al giusto livello”.

Stessa previsione anche per la Cia che conferma numeri e qualità, secondo l’indagine condotta da Cia-Agricoltori italiani, Italia Olivicola e Aifo (Associazione italiana frantoiani oleari). Nello studio si evidenzia tuttavia un’Italia a due velocità con punte di eccellenza nella raccolta in Umbria e decrementi importanti nel Sud d’Italia, in particolare in Puglia che, malgrado la previsione di una raccolta di olive che farà segnare un -51%, resta il maggiore produttore con 101 mila tonnellate a fronte delle 235 mila del paese.
In Umbria, secondo alcuni elaborazioni della Coldiretti, si trovano quasi 7,5 milioni di piante di olivo che coprono circa 30.000 ettari. La Dop dell’olio extravergine di oliva Umbria, istituita nel 1997, è l’unica denominazione italiana estesa all’intero territorio regionale, che è stato suddiviso in cinque sottozone (Colli Assisi-Spoleto, Colli Martani, Colli del Trasimeno, Colli Amerini e Colli Orvietani). Gli olivi sono per la maggior parte di varietà Moraiolo, la cultivar che simbolicamente e concretamente rappresenta l’olio umbro.

Ci sono poi varietà comuni come Frantoio e Leccino e cultivar autoctone nelle diverse zone dell’Umbria. Nell’areale del Trasimeno, per esempio, c’è la varietà Dolce Agogia, nell’areale di Giano dell’Umbria la varietà San Felice e Nostrale di Rigali in quella di Gualdo Tadino. Altro snodo essenziale della qualità dell’olio umbro, è il numero dei frantoi: circa 250, che, con una presenza così capillare sul territorio, permettono la frangitura immediata delle olive, senza che queste si deteriorino per una presenza troppo lunga in magazzino prima della lavorazione.

Foto: TerniLife ©

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