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Neonato morto, insulti sui social al legale della madre. Camera penale: “Basta ingiurie”

Attaccato via social l’avvocato Alessio Pressi, difensore della 27enne ternana indagata per avere abbandonato il figlio appena nato, poi trovato morto in un  sacchetto di plastica nei pressi di un supermercato (LEGGI).

Questo quanto riferito dalla Camera penale di Terni, che esprime “la più ampia solidarietà” al legale e condanna le “frasi ingiuriose” pubblicate. In particolare, riferisce  l’organismo dell’avvocatura, è stato scritto che il legale “dovrebbe vergognarsi e rifiutarsi di svolgere il suo mandato proprio in considerazione della gravità del fatto”.

Sempre sui social si lamenta: “l’eventuale pagamento da parte dello Stato delle spese legali poiché, a fronte dello stato di indigenza, la signora potrebbe essere ammessa al gratuito patrocinio”.

Nell’esprimere “riprovazione ed orrore” per il fatto, la Camera penale ricorda, tuttavia, “che l’affermazione della giustizia non può prescindere dal ruolo svolto dall’avvocato, che
attua il diritto alla difesa tecnica”.

“L’avvocato Alessio Pressi, svolgendo la sua professione – continua -, assicura l’esercizio di
diritti costituzionalmente garantiti e non difende certamente l’agghiacciante reato che viene qui preso in considerazione.

Troppo spesso si continua a confondere l’avvocato con il suo assistito e la funzione difensiva con la difesa del delitto, concetti questi che devono essere tenuti sempre distinti, dimenticando che l’avvocato svolge nel processo penale una funzione costituzionalmente garantita relativa all’attuazione del diritto alla difesa che è inviolabile in ogni stato e grado del procedimento, così come sancito dall’art. 24 della Costituzione. L’avvocato – conclude la Camera penale – è per tutti una figura indispensabile: per il giudizio, per la decisione, per il pubblico ministero, per il giudice, per il cittadino”.

Foto: TerniLife ©

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