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Tulipano, da ecomostro a centro direzionale pubblico: la proposta di M5S Umbria

“Il ‘Tulipano’ resta un pessimo biglietto da visita per l’Umbria e per Terni”. Queste le parole di Andrea Liberati, consigliere regionale dell’Umbria del Movimento 5 Stelle.

“Un ecomostro di rango nazionale che può diventare finalmente altro se la politica sarà in grado di procedere a un’analisi finalmente più ampia. Anzitutto Terni, pur contribuendo quotidianamente e riccamente all’esistenza talora parassitaria della Regione Umbria, vede concentrate nelle sedi centrali tutte le sei direzioni regionali, ma anche 60 servizi su 62, oltre a posizioni organizzative di supporto, professionali, unità organizzative territoriali, nonché ben 181 sezioni su 189 (a Terni residuali 8, in tutto!) e vagonate di uffici collocati volutamente altrove, molto diversamente dall’equilibrio organizzativo di altre Regioni, dall’Abruzzo alla Basilicata al Molise, senza citarne una a statuto speciale come il Trentino Alto Adige. 

La svendita politica del Ternano è andata avanti per decenni grazie a troppi consiglieri regionali inerti, alcuni certo interessati (alle proprie carriere) e/o culturalmente miseri. Questa ‘taciturna ignoranza’ è anche appartenuta a molti sindaci ternani, parlamentari umbri, etc., ma anche all’élite c.d. intellettuale, facendo venir progressivamente meno l’integrazione socio-economica-culturale tra Terni e altri territori, con una cesura netta nei redditi e nelle chances tra aree dell’Umbria, con squilibri inaccettabili e situazioni esplosive, come quelle ambientali, energetiche e sanitarie. 

Per questo, con la collega Maria Grazia Carbonari, abbiamo avanzato una proposta: la Regione Umbria, tramite organismi funzionalmente collegati, proceda all’acquisto, in asta giudiziaria, del c.d. ‘Tulipano’ (la prossima gara vedrebbe il prezzo ulteriormente scendere, attestandosi su € 3.000.000 c.a), delineando così un progetto forte di trasformazione dell’immobile in centro direzionale pubblico e chiudendo finalmente con una crisi di immagine e di contenuti durata oltre 40 anni.

Da tanto, infatti, spicca la storia non propriamente felice dell’edificio, con volumi imponenti e pari a 75.000 m³, finito anch’esso per l’ennesima volta all’asta, con gravi pregresse responsabilità programmatorie-urbanistiche da parte di alcune Amministrazioni comunali. E’ ora di cambiare rotta e aprire nuovi orizzonti di sviluppo, mettendo in campo anche la Cassa Depositi e Prestiti, collocando in loco tutti gli uffici pubblici anche statali, possibilmente anche i servizi sanitari, eliminando sedi, affitti e sprechi inutili, restituendo ai cittadini l’idea di una Regione interessata alle sorti dell’Umbria meridionale, ove dovranno pure essere riportati diverse centinaia di lavoratori pubblici, finora scientemente e inutilmente concentrati tutti nelle sedi centrali”.

Foto: (archivio) TerniLife ©

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