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Dimissioni Di Girolamo, opposizione sul piede di guerra: “Saranno revocate?”

Subito dopo le dimissioni ufficiali del sindaco Di Girolamo (LEGGI), le opposizioni (Thomas De Luca, Braghiroli Patrizia, Valentina Pococacio Federico Pasculli, Angelica Trenta, Enrico Melasecche) intervengono con una nota sul fatto che “saranno revocate entro i 20 giorni previsti dalla legge”.

“Mentre continuano a fioccare le dimissioni ed i rifiuti,  – scrive l’opposizione – Cavicchioli, Zingarelli, Finocchio cui si aggiungono oggi Piermatti e Ricci che, come i sottoscritti, chiedono elezioni subito, il sindaco, dopo una manifestazione epocale di ieri dei cittadini in consiglio e l’occupazione del municipio ad iniziativa di alcuni consiglieri di minoranza cui si sono uniti molti ternani, si è deciso a dare le dimissioni prima della dichiarazione del dissesto. Una nostra piccola parziale vittoria.

Ma, come al solito, decide e non decide. Giungono voci sinistre da questa ribollente maggioranza che affermano chiaramente come le dimissioni saranno revocate entro i 20 giorni utili previsti dalla legge. Un patetico teatrino. La città è ormai convinta che solo e soltanto le elezioni a giugno 2018 possano ridare alla città la possibilità di ripartire dopo questi nove anni caratterizzati da errori macroscopici, irregolarità ed illegalità che la legge sta perseguendo”.

“La città è stanca – conclude la nota –  ed è pronta ad una mobilitazione senza precedenti di fronte all’ennesima presa in giro. Nel contempo riteniamo che debbano essere esperite tutte le azioni di responsabilità affinchè a pagare questa voragine non siano i cittadini ma tutti coloro che, a cominciare dal sindaco e dai suoi assessori, sono responsabili degli errori ma anche delle irregolarità e delle illegalità emerse”.

“E’ arrivato il momento che tutti aspettavano con ansia e trepidazione: le dimissioni di Di Girolamo”. L’intervento è del capogruppo Lega Umbria, Emanuele Fiorini e del segretario Lega Terni, Federico Cini. “Un gesto, quello del sindaco, che arriva con almeno 3 anni di ritardo e con una città ormai sul baratro del dissesto – proseguono i leghisti – Bisogna solo sperare che siano irrevocabili e che l’agonia della città, dopo un annuncio di mera facciata utile solo a placare gli animi, non sia prolungata dall’attaccamento al respiratore artificiale delle alchimie politiche e dei rimpasti.

Apprendiamo, per giunta, anche la beffa delle tempistiche, che rivelano come più che una ammissione di responsabilità quella del sindaco sia stata l’ennesima manovra politica guidata dal PD, un partito i cui
dirigenti sono ormai convinti di poter fare il bello e il cattivo tempo in città.

Dietro di sé il sindaco lascia cumuli di macerie sovrastati da un’impenetrabile cappa di fumi (di certo non di caminetti). Ma al di là dei sin troppo facili entusiasmi, ora è il momento di rimboccarsi le maniche e lavorare a testa bassa per poter finalmente ridare a questa città un governo dignitoso.

È necessario che tutte le forze politiche responsabili che non antepongano al bene di Terni particolarismi o logiche di partito, convergano su un progetto che abbia al centro la rinascita economica, sociale e culturale della nostra città.

E per questo, dopo anni di vuoto spesi solo a racimolare denari per far fronte ai debiti creati da una insipienza amministrativa portata alle estreme conseguenze e a zigzagare tra indagini e avvisi di garanzia, è necessario ridare consistenza e spessore politico a Terni per ricondurla al posto che merita nell’ambito della nostra Regione ed evitare così che ulteriormente degradi a terra di conquista e di spoliazioni”.

Foto: TerniLife ©

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