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Terremoto, Lega: “Dopo un anno è stato fatto poco o nulla”

“Abbiamo visto quello che non volevamo vedere”: così la Lega Nord che ha fatto il suo punto della situazione in Umbria ad un anno dalla scossa del 24 agosto. Sottolineato che “dopo i proclami è stato fatto poco o nulla”. In una conferenza stampa a Palazzo Cesaroni sono stati illustrati i risultati, anche con video e foto, di un sopralluogo nelle zone terremotate. Norcia, Castelluccio, Preci, Cascia alcuni dei luoghi visitati dagli esponenti del carroccio.

Il vice segretario per l’Umbria, Virginio Caparvi, il capogruppo della Lega Nord all’Assemblea legislativa, Emanuele Fiorini e il consigliere regionale, nonché vice presidente del Consiglio, Valerio Mancini, hanno denunciato “il fallimento di tutta una macchina amministrativa”, sottolineando poi che “politicamente qualcuno dovrebbe prenderne atto”.

“I governi, nazionali e regionali, hanno fatto le passerelle che dovevano ma i risultati alla fine sono stati pochi” hanno ancora detto i rappresentati della Lega.

Gli interventi:

Virginio Caparvi, vice segretario Lega Nord Umbria

“Ad un anno di distanza dal terremoto del 14 agosto 2016 la politica non può esimersi dall’esercitare il proprio ruolo e sottolineare una gestione post sisma inadeguata ed inefficace. Durante questo anno in Parlamento, in Regione Umbria e nei Comuni, ci siamo occupati del sisma con grande senso di responsabilità. La situazione non è confortante: le promesse sono state tante, ma non si è operato come si sarebbe dovuto. L’evento sismico del 1997 che distrusse Nocera Umbra è stato caratterizzato da una gestione dell’emergenza veloce ed efficiente, mentre nel 2016 a Norcia, un mese dopo il sisma, abbiamo incontrato persone che avevano dovuto comprarsi di tasca propria gli impianti di riscaldamento.

Il Governo e la Regione non hanno fatto a sufficienza e basta recarsi sul posto per verificare lo stato di precarietà di alcune situazioni. Un plauso va a quelle popolazioni che non hanno utilizzato l’arma della commiserazione, ma hanno alzato la testa e si sono date da fare. I cittadini, però, possono arrivare fino ad un certo punto, dopodiché deve intervenire la politica a garantire il ripristino delle strade, adeguate sistemazioni e prospettive future per il tessuto economico. Si può fare sicuramente meglio e il mancato rinnovo dell’incarico al Commissario Errani decreta un fallimento importante della politica di chi governa. L’impegno della Lega Nord continuerà ad essere forte affinché l’Umbria riesca, il prima possibile, a lasciarsi alle spalle l’incubo del terremoto”.

 

Emanuele Fiorini, capogruppo regionale Lega Nord Umbria

“Abbiamo fatto la cosa più semplice: parlare con la gente. Confrontarci e dialogare con i cittadini, gli allevatori, i commercianti. Vorrei iniziare dall’esigenza più evidente, quella che riguarda la realizzazione delle casette. A Norcia, Cascia e Preci di 783 casette da consegnare, ne sono state assegnate solo 137 ed è passato un anno. In alcune zone hanno costruito solo il basamento, in altre mancano gli allacci, in altre gli interni o gli infissi.

Per non parlare della burocrazia, un altro dei “mali” di questa ricostruzione. Procedure lente, permessi che non arrivano, persone costrette a lottare con carte, bolli, timbri: ci vorrebbero processi più snelli e adeguati all’emergenza. Vergognoso il fatto che, ancora dopo un anno non sia stata fatta la delocalizzazione dei laboratori delle attività produttive; in certi casi gli allacci per le casette di legno sono a carico dei cittadini; i libri di scuola non sono gratuiti per tutti; in alcune frazioni continua a mancare l’acqua. Altra questione molto grave: non sono stati fatti i piccoli interventi di ricostruzione per le abitazioni classificate con agibilità di tipo B. Si tratta cioè di edifici che necessitano di minori interventi di ristrutturazione che avrebbero permesso a molte famiglie di Norcia di rientrare nelle proprie abitazioni.

Ci risulta che il costo di realizzazione delle casette sarebbe stato in certi casi di 2300 euro a metro quadro. Una cifra spropositata e, se confermata, si tratterebbe di uno spreco di denaro di cui qualcuno dovrà rispondere. L’ultima riguarda il servizio mensa per moduli cumulativi: sembra che nell’appalto di assegnazione del servizio non siano state coinvolte il maggior numero di imprese del territorio e che a beneficiarne siano stati in pochi. Stiamo verificando il bando.

In un paese normale, in una regione normale tutto questo non sarebbe accaduto, soprattutto se guardiamo quanti milioni di euro si spendono per gli immigrati. Noi diciamo prima gli Italiani, prima gli Umbri, prima i terremotati. Concludo facendo i complimenti alla comunità di Campi, al presidente della pro-loco e al presidente della comunanza agraria per quello che hanno realizzato: una struttura che si è rivelata fondamentale per quella comunità e che deve essere un esempio per tutti. “Back to Campi” è il nome del nuovo progetto che vuole far ripartire il turismo e riavvicinare i cittadini. E’ nostro dovere sostenere questo progetto, così come quello della comunità di Ancarano”.

Valerio Mancini, consigliere regionale Lega Nord Umbria

“Il roboante Renzi pre-referendum e il super Commissario Errani, sembravano avere la soluzione in mano e invece, a distanza di un anno, ancora ci sono situazioni in alto mare ed è notizia di questi giorni il mancato rinnovo dell’incarico al Commissario e la decisione di assegnare maggiori poteri alle regioni in attesa, forse, di un altro super uomo o super donna del Pd. Ricordo che il 7 settembre 2016 a Norcia dissi che il Commissario era solo una figura che allungava la catena di comando: tutti pensarono fosse solo polemica politica e ora, invece, mi danno ragione. Come avevo previsto non è stato un anno di Errani, ma un anno di errori: 35 decreti molti dei quali andavano a modificare il precedente, con aggravio dei tempi e confusione nelle procedure.

Ha fallito il sistema di ricostruzione voluto da Renzi, finalizzato molto più al controllo sulla ricostruzione che alla sua effettiva realizzazione. In questi mesi abbiamo assistito alle infinite passerelle di politici tra borghi e macerie lungo le strade, nonché l’immancabile visita di sostegno del Commissario europeo Corina Cretu e del presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani che hanno fatto sentire la loro vicinanza alla comunità umbra. Tuttavia, alle quattro regioni colpite dal sisma, l’Europa ha fatto arrivare più immigrati che soldi.

A Castelluccio, un posto che vale 2,8 milioni di presenze in Umbria, non ci sono casette di legno. Gli abitanti e i commercianti devono fare chilometri di strada e sopportare tante interruzioni per tornare a Norcia tutte le sere. Manca un progetto per il futuro del borgo e un “deltaplano” può essere solo una soluzione temporanea ed accompagnare la ricostruzione del paese, ma non può diventare una sistemazione definitiva. Non dimentichiamoci, poi, di quando, mossi dalle insistenti proteste a Roma, hanno scortato i trattori degli agricoltori di Castelluccio per la semina della lenticchia, visto che a mesi di distanza dal sisma non si era provveduto a ripristinare la viabilità come a tutt’oggi.

In Parlamento la Lega Nord, grazie al senatore Candiani, così come in Regione e nei Comuni, ha sviluppato una serie di proposte come il “fascicolo del fabbricato” iniziando dagli edifici scolastici e il “riconoscimento del danno indiretto” con l’eliminazione di tasse locali per le imprese, ma il Pd ci ha respinto ogni iniziativa in merito.

Cifre ridicole sono state spese per la microzonazione, effettuata con forte ritardo considerando che l’Umbria è da sempre zona a rischio simico e che tale procedimento poteva essere già stato avviato da anni, in modo da programmare i lavori di ricostruzione con largo anticipo. Triste apprendere che nelle frazioni della Valnerina umbra non siano mai state previste aree preurbanizzate con strutture fognarie, rete elettrica e idrica, già predisposte per eventi sismici che ormai in Umbria non sono più un fatto straordinario.

Infine un plauso alla comunità di Campi, esempio di protezione economico-sociale per la sua gente: copiare il metodo di lavoro utilizzato da Pro Loco e Comunanza agraria, farebbe risparmiare milioni di euro e dare futuro alle tante frazioni terremotate, ma questa politica ha perso ormai la capacità di ascoltare e vedere i buoni esempi”.

Foto: Regione Umbria ©

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