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Ferelle, il sogno scudetto si spegne a sette secondi dalla fine

Come in Coppa Italia un rigore condanna le Ferelle, questa volta a sette secondi dalla fine. Sfuma così lo scudetto della Ternana Calcio Femminile, ma la vittoria dello spettacolo e della città vale anche di più. Una coreografia pazzesca, un palazzetto strapieno, forse oltre anche il limite di capienza e quei cori che ancora rimbombano nelle orecchie. Se qualcuno avesse chiuso gli occhi ieri sera, mentre era sui gradoni del Di Vittorio, avrebbe potuto avere la sensazione di essere in uno di quegli stadi del Sudamerica dove la passione è irrefrenabile e ti trascina anche se sei la persona più fredda di questo mondo.

Un primo tempo stellare delle Ferelle dove tre occasioni chiare da gol, un palo e almeno una grande parata di Giustiniani hanno fatto solo da contorno al gol bellissimo di Santos. Sul piano tattico e del gioco le rossoverdi hanno annichilito le blues di Olimpus anche se di fatto potevano e dovevano aumentare il bottino proprio in vista del secondo tempo. Così non è stato. Pronti via però nella seconda frazione sembrava, la squadra di mister Pellegrini, poter ripetere l’eccellente performance della prima. Per 14 minuti così è stato. Al pareggio su un’azione rocambolesca di Taty, risponde Maite con un gran gol da fuori grazie anche al velo di Santos riporta due a uno le Ferelle. A questo punto la svolta della gara, dove le rossoverdi potevano chiudere la partita, espulsione per doppia ammonizione di Lucileia: due minuti di superiorità numerica mal sfruttati. Segnare il tre a uno a sette minuti dalla fine avrebbe voluto dire scudetto. Non è stato così, passata indenne la nottata l’Olimpus si riorganizza e riparte. Una bella occasione con Gayardo, poi un contropiede sventato da Mascia in modo quasi miracoloso su Da Rocha, la stessa accentua la caduta, ma gli arbitri non ci cascano.

Mister Pellegrini però perde la bussola ed entra in campo protestando: il primo arbitro ammonisce Da Rocha che si infuria e sfida nel parapiglia mister e panchina poi però espelle il tecnico ternano. Da qui in poi cala il buio che non ti aspetti: le rossoverdi lasciate da sole non trovano più i nervi su cui hanno costruito le loro fortune. Gol di Da Rocha che forse stuzzicata dell’episodio precedente trova una bella girata su Presto, impeccabile fino a quel momento. La Ternana prova a reagire con Santos, ma il tiro è fuori di poco. Poi Gayardo si ritrova un pallone sui piedi da sola dentro l’area e non sbaglia. Dal possibile 3-1 le Ferelle vanno sotto 2-3. A questo punto Pellegrini da fuori inserisce il portiere di movimento, ma è quasi inutile per la scarsissima lucidità delle rossoverdi. Un tiro improvviso di Bisognin viene fermato con la mano in area da Soldevilla è rigore a otto secondi dalla fine. Sembrerebbe un premio alla tenacia delle giocatrici ternane: sul dischetto va Renata, simbolo di una stagione e capocannoniere della squadra, nessun errore dal dischetto in questa prima annata italiana. Piatto sinistro alla destra di Giustiniani, il portierone romano si butta a botta sicura e prende a due mani in modo perentorio il tiro della numero nove. Di fatto la numero 12 consegna lo scudetto alla sua squadra.

Uno scudetto che lascia l’amaro in bocca perché è stato più perso dalla Ternana che vinto dall’Olimpus, ma questo è il calcio e soprattutto queste sono le finali. Di sicuro quello che non ha perso è il pubblico, la città e il progetto tecnico che adesso dovrà essere proseguito e avvallato dalla nuova società, dopo la messa in vendita, che verrà e sopratutto sostenuto dai poteri forti della città: imprenditoriali e politici perché ciò che il Di Vittorio è stato ieri sera, non che per tutta la stagione, è un patrimonio sportivo di Terni e di tutti.

Foto: Ternana calcio femminile ©

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