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“SULLA STRADA” VOLA IN GUATEMALA PER AIUTARE I BIMBI MALATI E LE LORO MAMME / LA STORIA DEL PICCOLO ADALBERTO E DELLA GIOVANE EVA

(di Roberta Falasca) Adalberto ha appena un mese di vita e ha già incontrato degli angeli: i medici volontari impegnati nella missione in Guatemala dell’associazione di Carlo Sansonetti “Sulla strada”. Dopo un’acuta crisi respiratoria, il piccolo Adalberto era stato portato dalla mamma nel poliambulatorio del villaggio. “L’abbiamo curato subito e abbiamo chiesto alla mamma di portarlo tutti i giorni in ambulatorio per fare l’aerosol – spiegano i volontari – e oggi finalmente la mamma ha potuto portare a casa il suo piccoletto che respirava bene”. Una storia a lieto fine che può essere raccontata grazie all’impegno e alla competenza della squadra di bravi medici dell’associazione amerina “Sulla strada”.

La storia di Eva, invece, è molto più triste ma grazie all’intervento dell’equipe di Sansonetti il finale non è stato tragico. “Eva, una ragazza incinta di 7 mesi – raccontano gli operatori – è arrivata al poliambulatorio dicendo che aveva sentito dire che al villaggio c’era la possibilità di essere visitata da una ginecologa. La ragazza era molto contenta della sua gravidanza ma facendo l’ecografia, le dottoresse Ilena e Federica si sono rese conto che il feto era morto da almeno un mese. Che tristezza dover dire a questa donna quello che era accaduto. Il peggio è che lei non ci voleva credere, anzi, non ci ha creduto. E’ tornata a casa, convinta che le dottoresse avessero sbagliato. Diceva che sentiva il suo bambino muoversi e che non era possibile che fosse morto. Allora abbiamo cercato di contattare il marito e il padre per convincerli a fare qualcosa. A questo punto la cosa più importante era evitare che morisse anche lei. Non è stato facile convincere la famiglia che, povera, non sapeva come affrontare anche dal punto di vista economico la situazione. Oggi Eva è uscita dall’ospedale e fisicamente sta bene. Ora la sua ferita più grande potrà sanarsi con la vicinanza di tutta la sua famiglia e comunità della quale facciamo parte anche noi che siamo qui e anche di chi ci sostiene”.

Foto: TerniLife ©

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