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LE DONNE IN GRAVIDANZA “MARCIANO” IN VIETNAM

(di Roberta Falasca) Fino in Vietnam per esportare un progetto partecipativo che si nutre delle differenze culturali. Per dare vita, con le persone che di volta in volta ne prendono parte, ad un evento unico. Lei è Caterina Moroni, ternana, classe ’82, autrice, consulente in comunicazione e progettazione culturale che ha diffuso questa iniziativa nel sud est asiatico. Il progetto si chiama “Duck March”: una marcia pacifica, con dei tratti coreografici, composta da donne in stato di gravidanza. Ad ogni tappa geografica il processo e l’esito vengono documentati e raccontati attraverso diversi strumenti e tecniche di storytelling. Le donne col pancione si cimentano in un percorso all’interno di aree urbane a simbolo di antiviolenza, responsabilità collettiva e augurio di rinnovamento.

L’artista ternana, per questo progetto, si è ispirata alla fiaba de “Il brutto anatroccolo”, dove mamma anatra guida i suoi piccoli, quelli belli e quelli brutti, con forza, determinazione che solo le donne hanno. “Escludiamo in partenza – spiega la referente del progetto, Caterina Moroni – l’accezione del corpo materno come malato, delicato e bisognoso. Cominciamo a considerare quello della donna un corpo guerriero, in salute, miracolato. Così ho iniziato a immaginare questa marcia di donne, poi ho fatto un primo test nella mia città al quale hanno partecipato una decina di donne, coinvolte attraverso il passaparola e il consultorio pubblico, ecco il senso di Ducke March. La spedizione in Vietnam – continua Moroni – è sostenuta dal programma De.mo./Movin’up a cura del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e da Gai, l’associazione per il circuito dei giovani artisti italiani. “Il mio desiderio è di realizzare Duck March in quanti più posti possibili, toccando e documentando, con rispetto e delicatezza, le differenze culturali e sociali, le buone pratiche e quelle meno buone  in diversi angoli di mondo. Quando ho intercettato la call del Muong Studio, nel distretto di Hoa Binh, in Vietnam, quindi non nella capitale, ma nei villaggi rurali, interni, il richiamo è stato fortissimo. Ho inviato l’idea del progetto che avrei desiderato sviluppare con il loro supporto e la risposta è stata subito positiva. Ho trascorso del tempo presso l’ente invitante, Muong Studio, un centro di residenze artistiche internazionali, dove ho incontrato nel villaggio vicino Giang Mo, Xuan, una giovane donna Muong. Dopo aver  lavorato con lei e raccolto materiale per un video ho deciso di sfruttare il tempo restante cercando donne o gruppi di donne anche in altri posti scendendo verso il sud. E così ho incontrato Anh e Mienh nella città di Hoa Binh dove abbiamo girato un video dentro un tipico karaoke e Van, della minoranza etnica dei Thai bianchi, nel villaggio di Pom Coong”.

Per la realizzazione di “Duck March” in Vietnam, la Moroni si è avvalsa di una collaboratrice ufficiale ed una non ufficiale. “La collaboratrice ufficiale Greca Campus – spiega Moroni – si occupa dell’aspetto documentativo dell’esperienza. La scelta non è casualmente né ideologicamente ricaduta su una operatrice donna, a prescindere dalle comprovate capacità del soggetto, ma perché questo avrebbe permesso una maggiore complicità con le donne con cui saremmo entrate in contatto. La seconda collaboratrice, quella non ufficiale, è mia figlia Miranda, di 3 anni: una facilitatrice preziosa nel lavoro di contatto con le donne e le loro famiglie. Ho già sperimentato, e non è una novità, quanto velocemente i bambini siano in grado di abbattere le barriere comunicative”. Foto: TerniLife ©

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