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TERNI, EX LAVORATORI ISRIM SENZA LAVORO: INTERVIENE FEMCA-CISL

I 32 ex ricercatori dell’ Isrim (Istituto Superiore Di Ricerca e Formazione sui Materiali Speciali) sono ancora senza lavoro. Una situazione drammatica per la quale è intervenuto, con una nota, il segretario regionale della Femca-CISL, Fabrizio Framarini che parla di una situazione destinata all’oblìo.

E’ necessario, infatti, ricordare il problema per sollecitare le istituzioni a ricollocare i lavoratori anche attraverso la creazione di un nuovo polo di ricerca anche attraverso il coinvolgimento dei privati.

«La vicenda Isrim – scrive Framarini – ci deve quindi impegnare su due fronti: il primo è la ricerca di una ricollocazione di lavoratori altamente specializzati, ponendo attenzione alle reali opportunità che si creano negli enti pubblici o nelle aziende ad essi collegati senza giochi o giochini vari. Contestualmente, a livello sindacale, la partita non la possiamo comunque chiudere qui: vogliamo infatti un impegno forte delle istituzioni nel farsi promotrici per la creazione di un polo importante della ricerca».

Per la creazione di un polo è necessario che qualcuno investi nella ricerca. Framarini parla di un coinvolgimento dei privati che dovrebbe essere promosso e agevolato dalle istituzioni.

«In tal senso – dice Framarini – lo sforzo istituzionale va orientato nel cercare un coinvolgimento dei finora troppo pigri attori privati ai quali la ricerca serve per rispondere alla sfida di un mercato sempre più esigente, ma pensano spesso che la debbano fare altri. Bisogna creare un rapporto virtuoso – continua Framarini – di interscambio, tra la necessità di fare ricerca dettata dalle esigenze del territorio (penso ad esempio al comparto tessile o alla stragrande maggioranza delle piccole aziende di cui la Regione è piena) e la volontà di orientare in tal senso i fondi europei ad essa destinati. Chi investe in ricerca si attrezza per le sfide, che anche il sindacato è pronto a raccogliere. Chi non lo fa – conclude l’esponente di Femca Cisl- troppo spesso per rimanere concorrenziale tenta di giocare la carta deleteria dei licenziamenti o dell’abbassamento delle tutele». Foto dal web

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