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“La Telfer? Da rifare”, ecco perché

La Telfer come i mosaici della fontana. Ora la Soprintendenza la rivuole nuova di zecca. Forte del vincolo che versa sopra la struttura di Papigno, la dottoressa Marica Mercalli, dirigente della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, ha fatto recapitare una missiva al Comune, direzione Lavori pubblici, nella quale si specifica che “si renderà necessario un integrale rifacimento che riproduca fedelmente disegno e caratteristiche della passerella smontata nel mese di settembre”.

Immediata e istintiva la replica a caldo dell’assessore ai Lavori pubblici Enrico Melasecche: “Sono sconcertato – afferma – si sta chiedendo l’assurdo a una città già piena di problemi e a un Comune gravato di debiti per via dell’ormai noto dissesto finanziario che di fatto ci farà pagare debiti per almeno altri trenta anni”. In sostanza nella lettera si chiedono addirittura due passerelle, ovvero il restauro di quella originale per poi museizzarla e il rifacimento ex novo di un altro manufatto simile al precedente. “Siamo fuori da ogni logica – tuona Melasecche – soprattutto se soltanto pensiamo ai costi sostenuti per il solo smontaggio, stiamo parlando di 150 tonnellate e di fare un falso da rimontare su”.

L’intervento è costato complessivamente 305mila euro, tra l’altro di più rispetto ai 275mila euro preventivati inizialmente, tra imprevisti vari e ritardi, strada chiusa e disagi di ogni genere. Una vicenda sorta tra mille polemiche, tra chi la voleva demolire e chi battagliava per lasciarla al suo posto. Poi l’emergenza dovuta ai rischi di un possibile crollo a causa del pessimo stato in cui la struttura versava, (degrado riconosciuto formalmente da relazioni e verbali da parte di chi di dovere, vigili del fuoco in primis) non ha lasciato scelta, obbligando allo smontaggio. Insomma, ecco un’altra bomba sulla testa dell’amministrazione comunale che ora se la dovrà vedere con la Soprintendenza anche per la Telfer. Non bastavano, in sostanza, le rogne già esistenti per il caso del teatro Verdi e per quello dei mosaici del Cagli nel catino della fontana di piazza Tacito. E ora che farà il Palazzo? “E’ chiaro che tutto dovrà essere riportato nella giusta logica di un corretto rapporto tra istituzioni – dice l’assessore Melasecche – verrebbe da non replicare, da non rispondere, ma certamente qualcosa si dovrà fare. Ne parleremo già nelle prossime ore – chiude secco – riunirò al più presto tutti i soggetti coinvolti”. (dal Corriere dell’Umbria)

Foto: TerniLife ©

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