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“Più Pilo per tutti”: Orvieto si divide sul nuovo spot dei commercianti

Pratico ed ironico, per alcuni. Di cattivo gusto, per altri. Nasce dal senso di appartenenza ad Orvieto e dalla volontà di vederla rifiorire, eppure divide per via del doppio senso che tira in ballo, il progetto nato sulla scia delle discussioni di piazza del Popolo. Si chiama, infatti, “Più Pilo per tutti” facendo il verso a Cetto Laqualunque, il celebre personaggio dell’attore Antonio Albanese, anche se dietro l’acronimo nasconde “Prodotto interno lordo orvietano”.

L’iniziativa parte da un gruppo di commercianti che, a colpi di video sui propri profili Facebook, si sono fatti testimonial in prima persona suggerendo alcuni “motivi per salire sulla Rupe”, tra tour di negozi e botteghe storiche ma anche informazioni utili. Una sessantina, ad oggi, le attività che hanno aderito ad una sorta di “carta fedeltà” annunciata dall’ennesimo adesivo affisso sulle vetrine – in prevalenza lungo corso Cavour e via Duomo – che garantisce, da lunedì al giovedì, lo sconto del 10 per cento ai residenti nei Comuni del vasto comprensorio “commerciale” che frequentano Orvieto. Salutata da molti come la voglia di attivarsi e reagire allo stato di salute sempre più in affanno dell’economia locale e in particolare del centro storico, l’iniziativa si è subito attirata critiche, non solo sui social.

Tra le fila dei contrari, si schiera ora la sezione di Italia Nostra tirando in ballo il silenzio dell’amministrazione comunale. “Il bricolage – afferma il presidente Lucio Riccetti – se applicato al marketing e all’immagine di una città assume tutto un altro significato, spesso dannoso. Mentre Albanese ha inteso stigmatizzare la degenerazione dei politici, almeno di alcuni, la battuta, in virtù del livello culturale attuale, è stata recepita, anche dai nostri volenterosi commercianti, come una sorta di riferimento, di leitmotiv. È evidente che non ci si dovrebbe veicolare l’immagine di Orvieto, almeno per rispetto della storia della città e dei suoi abitanti. Orvieto non ha bisogno di più Pilo, ma di riappropriarsi della propria vita quotidiana, oggi tema fondamentale per attirare turisti, e lo potrà fare soltanto se i suoi cittadini e i suoi amministratori avranno rispetto e un adeguato bagaglio culturale per capire il luogo dove abitano e che amministrano. Ciò dovrebbe essere detto non tanto ai commercianti che hanno partorito quest’assurdo gioco di doppi sensi, pensando di promuovere l’economia della città, ma al sindaco e agli amministratori di Orvieto che non hanno ancora, a quattro anni dal loro insediamento, e a circa uno dalla fine del mandato, presentato un programma, una visione, un indirizzo politico a favore di Orvieto, utile anche a rassicurare i commercianti giustamente preoccupati, così da evitare che si indirizzino su pericolose soluzioni fai da te”.

La notizia è apparsa sul Corriere dell’Umbria, ieri, 13 aprile a firma di Davide Pompei.

Foto: Corriere dell’Umbria ©

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