“Bene la Zona economica speciale e che l’attuale giunta regionale si sia spesa per questo, ora però chiediamo che si apra al più presto un confronto serio e serrato sulle scelte da attuare con la definizione di tempi e risorse certe”. Questo il commento della segretaria generale di Cgil Umbria Maria Rita Paggio dopo che il governo Meloni è riuscito a ottenere l’introduzione dell’Umbria, insieme alle Marche, nella Zona economica speciale (Zes) unica del Mezzogiorno. “Dopo anni di denunce cadute nel vuoto sullo stato di progressivo deterioramento dell’economia regionale – ha proseguito Maria Rita Paggio –, il governo riconosce, come non ha fatto per 5 anni la giunta regionale Tesei, che in Umbria non va tutto bene. Da tempo tutti gli indicatori economici segnalano lo scivolamento verso sud dell’economia regionale, per ultimo, il rapporto della Banca d’Italia che ha posto l’Umbria come fanalino di coda nazionale”. “Tutti gli indicatori sulla qualita e quantità del lavoro, i salari e la demografia – ha concluso la segretaria Paggio – sono negativi. Il sistema produttivo umbro ha necessità di interventi sostanziali in termini di innovazione tecnologica, transizione digitale ed ecologica che promuovano forme di lavoro qualificato e ben retribuito, favorendo così la crescita economica, produttiva e sociale della regione e permettendo di arrestare la fuga dei giovani dall’Umbria. Adesso è il tempo dei fatti”.
