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«La Ternana Calcio potrebbe fallire. Dovremo ragionarne molto a breve». Le parole, pronunciate dal sindaco Stefano Bandecchi lo scorso lunedì, hanno scosso l’ambiente rossoverde e acceso i riflettori su una situazione finanziaria sempre più critica. «Bisogna fare fronte a spese importanti ed in tempi molto stretti», ha aggiunto. Ma a cosa si riferiva esattamente il primo cittadino?
Tutto porta a pensare alle scadenze economiche ormai alle porte, fondamentali per la sopravvivenza del club. La prima, fissata al 1° luglio 2025, riguarda il pagamento degli stipendi di maggio a tutti i dipendenti, inclusi i calciatori, con relativi oneri fiscali e previdenziali: ritenute Irpef, contributi Enpals e Fondo fine carriera. Una seconda scadenza, altrettanto impegnativa, è fissata per il 1° agosto, quando dovranno essere versati gli emolumenti di giugno.
Due tappe cruciali che, sommate, potrebbero comportare un esborso di oltre 2 milioni di euro, una cifra enorme per una società che milita in Serie C. Nonostante una gestione più oculata introdotta negli ultimi due anni — con tagli ai costi e una politica di dilazione delle spese — la Ternana continua a sostenere circa un milione di euro al mese di uscite, ben oltre la media della categoria.
Il mancato rispetto di anche una sola di queste scadenze comporterebbe una penalizzazione di due punti nel campionato 2025/2026. Se invece la società dovesse mancare entrambe le scadenze, andrebbe incontro a una esclusione diretta dalla Serie C, secondo quanto stabilito dai regolamenti federali.
A rendere la situazione ancora più delicata è la data del 3 luglio 2025, quando si riunirà il Consiglio Federale della FIGC per deliberare sulle ammissioni, ripescaggi e la composizione dei tre gironi della Lega Pro. Una Ternana inadempiente o in grave ritardo con i pagamenti rischierebbe di non essere neppure presa in considerazione per l’inserimento nel prossimo campionato.
