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Filctem Flaei e Uiltec manifestano sconcerto e preoccupazione per le dichiarazioni di Nevi e Caparvi sulla chiusura del Posto di teleconduzione di Terni

I segretari generali di Filctem-Cgil, Flaei-Cisl, Uiltec-Uil, Stefano Ribelli, Ciro Di Noia e Doriana Gramaccioni dopo aver appreso a mezzo stampa le dichiarazioni dei deputati Raffale Nevi e Virginio Caparvi, esprimono “profonda preoccupazione, dissenso e sconcerto riguardo la loro approvazione per la chiusura del posto di teleconduzione di Terni”. “L’assemblea legislativa dell’Umbria – proseguono Ribelli, Di Noia e Gramaccioni –  il 9 giugno scorso, all’unanimità, aveva sostenuto e condiviso quanto espresso dalle organizzazioni sindacali ribadendo la totale contrarietà alla chiusura di questo asset strategico, con una mozione sottoscritta da tutti i consiglieri di maggioranza ed opposizione, dove si chiedeva a Enel Green Power la sospensione delle decisioni operative annunciate alla chiusura del Posto di teleconduzione (Pt) di Terni, sottolineando la gravità di una eventuale perdita del Pt, presidio strategico per la sicurezza idraulica, ambientale ed energetica dell’intero territorio ternano. Riteniamo che lo chiusura di questo asset strategico nella nostra regione non debba essere strumentalizzato dalla politica per acquisire consensi e visibilità, ma tutti gli schieramenti politici debbano andare oltre i loro interessi personali e far prevalere senso di responsabilità, appartenenza e rispetto del territorio. Riteniamo fermamente che le dichiarazioni di Nevi e Caparvi, oltre a essere inopportune, dimostrano anche che non conoscono approfonditamente la problematica e, cosa ancor più grave, affrontano la vicenda in modo superficiale e senza analizzare in modo concreto gli effetti negativi che questa decisione di Enel produrrà nell’immediato e in futuro”.

“Di fatto – affermano ancora i segretari di Filctem, Flaei e Uiltec –, con quanto dichiarano, danno un tacito via libera alle decisioni di Enel al progressivo smantellamento di questa ulteriore infrastruttura essenziale per il presidio e lo sviluppo del territorio ternano. Ricordiamo a Nevi e Caparvi che i tanto decantati investimenti di Enel sul territorio, prevalentemente non sono sufficienti neanche al mantenimento degli impianti esistenti, ci risulta infatti che ci sono impianti fermi per la mancanza di manutenzione ordinarie. Le tanto sbandierate manutenzioni da parte Enel Gree Power riguardano attività periferiche, come il canale recentino o barriera paramassi Galleto, che non hanno una ricaduta diretta sul territorio e non possono passare come manutenzioni e come investimenti necessari per il territorio. Filctem, Flaei, Uiltec, dopo la recente audizione in x commissione attività produttive alla camera (dove non era presente nessun rappresentante di Forza Italia), avendo ribadito con forza la valenza e l’importanza di questa vertenza territoriale, rimarcano nuovamente l’assenza di un confronto preventivo con le parti sociali e il mancato coinvolgimento del territorio in una scelta che comporterebbe seri rischi in termini di sicurezza idraulica, considerando il verificarsi di eventi climatici estremi sempre più frequenti, in particolare nell’eventualità di piene improvvise che potrebbero impattare su bacini, dighe e corsi d’acqua. Nonostante le rassicuranti dichiarazioni dell’azienda, qualora si verifichi un’emergenza la possibilità di intervento immediato non è compatibile con la delocalizzazione del Pt. Quando in passato ci sono stati fenomeni alluvionali nell’Orvietano, a Corbara, e perfino coinvolgendo la capitale, l’intervento degli attuali tecnici Enel in forza al Pt di Terni, sono riusciti a garantire un’azione tempestiva e decisiva al fine di evitare alluvioni che avrebbero conseguenze gravissime per il territorio circostante”.

 

“Pertanto – concludono le organizzazioni sindacali – la politica (tutta) deve assumersi le sue responsabilità qualora, come avallato da Nevi e Caparvi, il Pt di Terni a breve verrà smantellato. Ancora una volta la nostra regione subirà un ulteriore depauperamento dal punto di vista occupazionale, di investimenti e professionalità. La chiusura del Pt di Terni, provocherà l’ennesimo colpo mortale all’economia e alla sicurezza idraulica del territorio, che si aggiunge alla vertenza del polo chimico nell’area di crisi complessa Terni-Narni. È ora che la politica si occupi seriamente della profonda deindustrializzazione in cui versa l’Umbria, della debolezza del suo tessuto associativo e imprenditoriale e chieda alle multinazionali come Enel investimenti, occupazione diretta e indiretta e non tagli indiscriminati, altrimenti la nostra regione sprofonderà ancora di più e avrà come unica risorsa solo i pensionati”.

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