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La Serpara inaugura l’opera di Cristiano Carotti

 

La Serpara inaugura l’opera di Cristiano Carotti

7–8 giugno 2025 | dalle ore 16
Civitella d’Agliano (VT), La Serpara – Giardino di Sculture

Torna l’appuntamento annuale con La Serpara, il giardino di sculture fondato dall’artista svizzero Paul Wiedmer nel 1997 nella valle del Rio Chiaro, al confine tra Lazio e Umbria.

Due giornate di arte contemporanea, musica dal vivo, talk e performance sonore in un luogo unico che fonde arte e natura.

In questa occasione verrà inaugurata “Regolo”, opera site-specific di Cristiano Carotti, ispirata alla mitologia locale del serpente Regolo e reinterpretata attraverso la simbologia universale dell’Ourobòros. Un percorso immersivo e meditativo in acciaio inox, alluminio e vetro, che si snoda fino a una pietra di meditazione sul fiume.

L’ingresso è gratuito. L’evento è promosso dall’Associazione Culturale La Serpara, affiliata ARCI.
È possibile sostenere il progetto tramite tesseramento o libera offerta.


PROGRAMMA

SABATO 7 GIUGNO

  • 16:00The Wolf Gang | Jazz Quartet
  • 18:00 – Inaugurazione dell’opera Regolo di Cristiano Carotti
    Introduzione di Simone Zacchini e Marco Trulli
  • 19:30Rotadefero | Industrial Noise Performance
  • 22:00A Zonzo | Swing & Italian Ballads
  • 23:30Camatique | DJ Set

DOMENICA 8 GIUGNO

  • 16:00The Wolf Gang | Jazz Quartet
  • 18:00Federico Nardella – Hissed Syntax | Organ Sound-Performance

Cristiano Carotti – Regolo (2025)

Acciaio inox, alluminio, vetro | Dimensioni ambientali

L’opera realizzata da Cristiano Carotti (Terni, 1981) per La Serpara è un’installazione ambientale ispirata alla leggenda del serpente Regolo, creatura mitologica delle tradizioni toscane, umbre e sabine.

Il Regolo, una vipera che dopo essere stata tagliata si trasforma in un serpente gigantesco e luminescente, viene qui associato all’Ourobòros, simbolo alchemico del serpente che si morde la coda, in un ciclo infinito di morte e rinascita.

L’opera diventa metafora di trasformazione e trascendenza, in un gioco tra materiali duri e un’esperienza delicata e immersiva.

La scultura è stata realizzata in acciaio inox presso un’officina meccanica di Terni, con la supervisione di Marco Di Giovanni e la produzione di Graziano Carotti. La pelle esterna è composta da paracera colorati storici, donati dagli artigiani del vetro Aldo Frasca e Maria Beatrice Cesari.

La struttura funge da soglia di passaggio verso una piattaforma di meditazione sul fiume Rio Chiaro, raggiungibile attraverso una passerella tra i bambù.

L’installazione è un dialogo perfetto tra arte e natura, tra pantha rei di Eraclito, eterno ritorno di Nietzsche e tradizione orientale, in sintonia con lo spirito di La Serpara.


COME ARRIVARE

Civitella d’Agliano si trova tra i caselli A1 di Orvieto e Attigliano.
🚗 Non è possibile accedere in auto a La Serpara.
🚌 Navetta gratuita ogni 15 minuti dai seguenti punti:

  • Piazza via Antonio Rizzardi (Giardinetti)
  • Piazza Cardinal Dolci (Comune)
  • Piazza Poggio della Fame (Hurrà Discount)
  • La Serpara

🕓 Orari navetta

  • Sabato: 16:00 – 01:00
  • Domenica: 16:00 – 23:00

La Serpara – Giardino di Sculture

La Serpara è il giardino di sculture creato da Paul Wiedmer, nella Tuscia viterbese.
Un microcosmo di arte e botanica, aperto al pubblico dal 1997, in continua evoluzione.
Accoglie oggi oltre 80 sculture di 40 artisti internazionali, in dialogo con la natura, tra i quali spiccano opere in metallo, pietra, vetro e materiali organici.

Parte della tradizione dei giardini d’arte di Umbria, Lazio e Toscana – come il Sacro Bosco di Bomarzo – La Serpara si distingue per l’attenzione alla sostenibilità, al territorio e alla sperimentazione artistica.


Ringraziamenti

Grazie di cuore a Jacqueline, Paul, Samuele e Angela per la cura, l’accoglienza e la splendida opportunità di essere parte di questo luogo magico.
Un grazie speciale a: Nova Meccanica Terni, Gianluca Angeli, Albertino Moresi, Graziano Carotti, Marco Di Giovanni, Maria Beatrice Cesari, Aldo e Gabriele Frasca, Alberto Mauro Fabi, Sonja Riva, Simone Zacchini, Marco Trulli e Angelica Gatto.
Dedico quest’opera a Riccardo Murelli, la cui presenza risuona forte per me in questo luogo.

 

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