“Nonostante l’impegno profuso, il coinvolgimento di tutte le forze politiche e istituzionali, regionali e locali, e malgrado tutti gli incontri svolti non si è riusciti a scongiurare quanto sta portando avanti Enel che continua con la sua politica di estrema razionalizzazione, confermando la volontà di procedere alla chiusura del Posto di tele-conduzione (Pt), fissando come termine il primo luglio per lasciare un unico presidio con modalità semi-turno che prevede la presenza di una sola figura professionale, cioè una persona la mattina e una il pomeriggio, per poi giungere alla chiusura definitiva alla data del primo ottobre 2025”. Questo quanto comunicano le organizzazioni sindacali, provinciali e regionali, di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil ai lavoratori di Enel Green Power ed Enel Produzione del sito di Villavalle, lunedì 26 maggio, per aggiornarli circa l’esito dell’incontro intercorso tra Enel e Regione Umbria per “la chiusura del Pt degli impianti idroelettrici di Terni e per stabilire insieme le ulteriori azioni da intraprendere”.
“Purtroppo, dobbiamo constatare – proseguono i sindacati – che da parte della Regione non abbiamo ancora ricevuto una risposta ufficiale su questa vicenda, nonostante la richiesta d’incontro urgente in forma scritta. Ribadiamo la nostra preoccupazione in merito alle modifiche che Enel vuole apportare, in quanto influiranno negativamente in termini di sicurezza idraulica nel territorio, considerando il verificarsi di eventi climatici estremi sempre più frequenti, ovvero nell’eventualità di piene improvvise che potrebbero impattare su bacini, dighe e corsi d’acqua. Infatti, se Enel proseguisse con la sua intenzione di chiusura del Pt, non sarà più possibile intervenire tempestivamente nella gestione di tali eventi, non avendo una supervisione diretta e immediata sul territorio. Questo aspetto è molto pericoloso sia per la sicurezza del personale operativo negli impianti che per quella di tutta la popolazione dei territori interessati dai bacini”.
“Rimaniamo estremamente delusi e rammaricati – aggiungono Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil – in quanto credevamo che la Regione avesse gli argomenti e la possibilità, quale proprietario della concessione del servizio idroelettrico, di rimettere in discussione le scelte di Enel. Ciò anche in conseguenza del fatto che agli incontri svolti gli assessori coinvolti ci avevo rassicurato circa la loro determinazione e contrarietà assoluta a questa manovra di chiusura. In questo modo, si è avallata l’ennesima perdita di professionalità e occupazione nella nostra regione, in particolare, nella realtà ternana. Siamo costretti a constatare un’ulteriore chiusura di un centro direzionale strategico in un contesto già segnato da tanti e continui tagli e ristrutturazioni”. “Tale operazione – continuano i sindacati – è condotta nel silenzio e nella non informazione su quanto l’azienda sta facendo. Sarebbe stato necessario aprire un tavolo di discussione con le organizzazioni sindacali territoriali prima di prendere decisioni che danneggiano il territorio e i lavoratori coinvolti che continuano a operare al posto di tele conduzione nonostante le difficoltà date dal passaggio dei segnali informatici a un altro territorio. Constatiamo ancora una volta l’inaffidabilità di Enel che, malgrado le promesse fatte ai tavoli sindacali per il superamento del Pt, oggi di fatto procede alla chiusura”. “Contestiamo la politica aziendale – concludono Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Ui – che Enel sta mettendo in atto in tutte le sue società, orientata a estremizzare ed esasperare il concetto di razionalizzazione ed economicità, mettendo in forte crisi tutti i lavoratori e trascurando le necessità degli investimenti per garantire un futuro produttivo ai territori che, invece, porterebbero un vantaggio comune a tutti, azienda, lavoratori e anche alle istituzioni. In particolare, vorremmo evidenziare alle istituzioni che tutti i centri direzionali, le attività e le professionalità che nel tempo stiamo perdendo in tutti i settori nei nostri territori troppo spesso vengono acquisite a vantaggio di altre regioni. Questo deve condurre a una profonda riflessione. Continuano a sostenere con forza l’idea di non accettare i disimpegni continui di Enel, e richiamano le istituzioni a impegni chiari e incisivi, volti alla salvaguardia dei nostri territori in materia di investimenti e livelli occupazionali”.