“Come ripreso dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel nostro Paese esiste una vera e propria questione salariale, confermando quello che diciamo da anni, ovvero che ci sono lavoratori poveri pur lavorando. In questo contesto si inserisce la lotta dei metalmeccanici per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro e anche a Terni gli scioperi articolati sono stati partecipati e utili a fermare le produzioni in tutta la provincia. L’attuale fase di stallo dovuta al rinnovo delle cariche direttive di Federmeccanica e Unionmeccanica non fermerà certo la volontà dei metalmeccanici di riconquistare i tavoli di trattativa per il contratto, negati dalle controparti. Il rinnovo dei contratti per tutti i metalmeccanici è anche una risposta al declino industriale che si sta registrando nel paese e ancor di più a Terni”. Questo è quanto ha sottolineato Fiom Cgil Terni durante la sua assemblea generale, martedì 8 maggio, alla presenza di Loris Scarpa, responsabile nazionale siderurgia Fiom, e Claudio Cipolla, segretario generale Cgil Terni. Dopo la relazione di Alessandro Rampiconi, segretario generale della Fiom-Cgil di Terni, si è sviluppato dunque un ampio e articolato dibattito sull’attuale fase politico-sindacale. “La guerra – è stato sottolineato nel dibattito – ancora incombe sulle dinamiche socioeconomiche e penalizza le classi più deboli. Oltre alla guerra in Ucraina e il genocidio in atto in Palestina, oggi, si aggiunge il rischio di una nuova guerra nucleare tra India e Pakistan. Il quadro di incertezza è aggravato anche dalla politica dei dazi del nuovo presidente americano che inevitabilmente condizionerà volumi e mercati”.
“Nella nostra provincia – hanno specificato da Fiom Cgil Terni –, al netto di pochissime eccezioni prevalentemente legate al militare, tutte le aziende si caratterizzano per chiusure, contrazioni di mercato e cassa integrazione con ripercussioni negative su occupazione e salario dei lavoratori. Emblematico è il settore dell’automotive con le specificità della filiera del tubo, tema che abbiamo posto ormai da tre anni e che non trova soluzioni. Auspichiamo che il tavolo regionale per il settore, aperto il 16 aprile 2024, possa entrare nel vivo della discussione per trovare le giuste misure a sostegno. Altresì auspichiamo che la proprietà di Acciai Speciali Terni possa recepire la richiesta delle organizzazioni sindacali di discutere in azienda il dettaglio del piano industriale che, pur mantenendo il contesto iniziale, è stato sostanzialmente modificato nella misura, nelle tempistiche e negli asset impiantistici. Serve una discussione sull’impatto occupazionale dei diretti, dell’indotto e dei somministrati per valutare se il tenore degli investimenti rappresenta un vero sviluppo per il sito e l’intero territorio”.
L’assemblea generale della Fiom-Cgil di Terni è impegnata in questo mese di campagna elettorale per i 5 sì ai referendum per il lavoro e la cittadinanza del’8 e 9 giugno 2025, sia nello svolgere il calendario di oltre 50 assemblee dal 12 maggio al 5 giugno 2025, sia nell’adesione e militanza nei tanti comitati territoriali e in quello aziendale di Ast. “Siamo in una fase in cui – concludono da Fiom Cgil Terni – la partecipazione al voto è sempre minore nelle elezioni politiche e amministrative e i referendum possono riaccendere anche alcuni processi democratici. Per questo è semplicemente scandaloso che coalizioni di governo che rappresentano poco più del 26 per cento dell’elettorato invitino a non votare ai referendum, alimentando la sfiducia e il qualunquismo. Stop ai licenziamenti illegittimi, più tutela per i lavoratori delle piccole imprese, riduzione del lavoro precario, più sicurezza sul lavoro, più integrazione con la cittadinanza italiana, saranno possibili solo con un protagonismo dei lavoratori, delle lavoratrici, dei cittadini e delle cittadine”.