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Biossido di titanio, Pavanelli (M5s): “Stop al suo utilizzo in alimenti e farmaci e a nuovi impianti insalubri che lo producono”

“Gli Stati Membri hanno votato a favore della messa al bando del biossido di titanio come additivo (E171) utilizzato nel settore alimentare, proposta dalla Commissione europea. 

La proposta della Commissione ha preso forma dopo che l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), aveva aggiornato la sua valutazione su questo additivo tanto discusso, concludendo che il biossido di titanio non poteva più essere considerato sicuro come additivo alimentare, non escludendo problemi di genotossicità – ovvero capacità di danneggiare il DNA – dopo il consumo di particelle di biossido di titanio contenute negli alimenti.

La valutazione dell’EFSA è stata condotta seguendo una metodologia rigorosa e prendendo in considerazione migliaia di studi che si sono resi disponibili dalla precedente valutazione dell’Autorità nel 2016. 

Esempio di questo cambio di rotta è rappresentato dal governo francese che ha vietato l’E171 per l’uso alimentare già dal gennaio 2020, in base al principio di precauzione. Oltretutto il biossido di titanio – E171 non è necessario dal punto di vista tecnologico. È usato solo per scopi estetici, non porta alcun vantaggio per i consumatori e i produttori possono farne a meno.

La progressiva riduzione dell’uso del biossido di titanio, iniziando dagli alimenti, fino al completo abbandono del suo utilizzo, determinerebbe anche la progressiva diminuzione sul territorio nazionale di impianti per la sua produzione e la riduzione del numero di impianti insalubri di prima classe, la cui presenza è comunque fattore di rischio sanitario per la popolazione che vive nelle vicinanze e per i lavoratori impiegati in tali impianti. Questo è proprio quello che sta accadendo a Nera Montoro, a Narni, dove si dovrebbe insediare un’azienda dedita al trattamento di fanghi per il recupero di biossido di titanio, destinato all’industria del vetro e della ceramica. 

Ecco perché ho presentato una interrogazione al ministro della Salute per conoscere le iniziative per stimare il rischio di cancerogenicità per l’uomo in prodotti come farmaci, creme, cosmetici e dentifrici e di valutarne la sospensione nel rispetto del principio “do no significant harm”. 

Inoltre, di attivare il Ministero in relazione ai rischi in Italia, considerando l’esempio di altri Paesi, come la Francia e i Paesi Bassi, che hanno previsto azioni ben prima dell’intervento europeo”.

Cosi in una nota la senatrice umbra Emma Pavanelli del M5s. 

Foto: TerniLife ©

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