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“La strada scomparsa” di Beatrice Masci: nasce lo zibaldone dello scorrere di molte vite

Dopo “In cammino verso Compostela” e “Vado a vivere in campagna”, la giornalista e scrittrice Beatrice Masci presenta la sua ultima fatica: “La strada scomparsa”.

Si tratta di una raccolta di racconti. I temi trattati sono molto diversi, ma tutti i testi hanno in comune la ricerca o il ritrovamento di una strada nascosta, apparentemente scomparsa e spesso perduta.

Ognuno dei personaggi ha una missione, ovvero riconoscere la propria via nella moltitudine confusa della vita e trovare il coraggio di seguirla nonostante le difficoltà: che si tratti di un anziano pittore che ha smarrito l’ispirazione, di tre cugini che hanno dimenticato cosa significa essere bambini, di un’adolescente alle prese con la propria coscienza oppure di una coppia di innamorati che resta unita malgrado il tempo che scorre, tutti loro hanno una storia, un passato… ma anche e soprattutto un futuro, sebbene a volte non se ne rendano conto. Perché il futuro non è mai già scritto, deve essere colui che compie il cammino a scriverlo passo dopo passo.

Così Franco, Vanessa, Manfredi e gli altri impareranno a trovare la loro strada partendo da chi sono nel presente.

Esistono tanti modi per andare da un punto X a un punto Y; e sono tutti leciti. Anche quelli che fanno un giro infinito e arrivano a destinazione dopo molto, molto tempo.

La giornalista toscana Cristina Rufini scrive in prefazione: “Il sottotitolo di questo libro è ‘Non c’è mai un solo modo per andare da un punto x a un punto y’. Io direi che non esiste un’unica strada da percorrere per vivere e crescere. E l’autrice lo sa bene. Per esperienza diretta. Lei, che in un momento molto particolare della sua vita ha messo il sacco in spalla e gli scarponi ai piedi (nonostante la contrarietà di questi ultimi) e ha percorso più di 800 chilometri alla scoperta di se stessa e di tutte quelle vie che si possono imboccare per trovare il
proprio cammino, o meglio i propri cammini.

Beatrice Masci, giornalista e scrittrice non necessariamente in quest’ordine, prima di consegnarci gli esilaranti e a volte struggenti, quando non anche malinconici, spaccati di realtà racchiusi in questo libro che definirei lo zibaldone dello scorrere di molte vite, è entrata dentro se stessa e ha percorso il Cammino di Santiago. Tragitto di vita che ha raccontato nella sua opera prima ‘In cammino verso Compostela’, edito da Montag.

Non solo il racconto del meraviglioso viaggio, narrato in perpetuo, ironico contrasto con l’ostilità dei suoi piedi, ma soprattutto la scoperta del rapporto dell’uomo con la natura, con la fatica; con se stesso e con la vita. Dopo aver percorso questa enorme autostrada nell’io, al ritorno si sono aperti per lei molti altri percorsi, grandi e meno grandi, facili o complessi, ma che comunque fanno parte dell’essere umano. Ha scoperto cioè che la strada scomparsa, quella che probabilmente l’ha spinta a partire per Compostela, lo era solo temporaneamente. Era soltanto nascosta. Una volta imboccata, l’autrice ha dato vita ai piccoli spaccati del vivere che compongono questo zibaldone di storie e consapevolezze, con nessun altro obiettivo se non la loro descrizione.

E allora incontriamo Manfredi, che dopo la morte della moglie perde l’ispirazione e la ritrova ammirando un fiore che nasce in giardino. Oppure i tre nipoti che andando a caccia di un tesoro lasciato dal nonno morto scoprono che in realtà il tesoro è uno scrigno che contiene i ricordi e i dolori vissuti: un’eredità pesante, ma donata con l’unico obiettivo di insegnare loro che così è la vita. Ci imbattiamo poi in una ragazzina che a quindici anni scopre quanti io può racchiudere una persona e come sia complesso farli convivere e maturare. Mentre Franco sogna di diventare Carlo e cambiare vita, ma poi torna a essere Franco e scopre di aver sognato a occhi aperti, capendo che non
basta cambiare nome per fuggire dal proprio presente e vivere in mondo diverso (un monito peraltro di pirandelliana memoria).

Tutte storie di noi. Fino a quel quadro di pere azzurre che chiude la raccolta: grazie alla curiosità del loro nipotino, i protagonisti Daniele e Angela tornano a casa dopo tanti anni di lontananza. Come è normale nel flusso della vita e delle generazioni, il piccolo Mattia fa scoprire agli adulti la strada scomparsa, basta guardare dentro di noi e nel nostro vissuto per riprenderla, dopo aver percorso salite, viottoli, curve e deviazioni. In fondo basta riappropriarsi dell’innocenza e della purezza dei bambini, quella purezza che a un certo punto dell’esistenza chiudiamo a chiave dentro di noi. Ecco, basta girare quella chiave, aprire la porta e tornare sulla strada scomparsa”.

DETTAGLI LIBRO

Titolo: La strada scomparsa

Autore: Beatrice Masci

Prefazione: a cura di Cristina Rufini

Illustrazioni: a cura di Monia Miliacca e Alessio Rinaldi

Editore: Indipendently published (6 novembre 2020)

Pagine: 116

Prezzo: € 12 (copertina flessibile); 2,99 (e-book)

ISBN-13: 979-8559873435

ASIN: B08MRW6SL7

Link d’acquisto: https://amzn.to/3nfGjTV (e-book)

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L’AUTRICE

Beatrice Masci vive in Umbria, nel piccolo paese di San Vito. Insegnante per dieci anni, ha poi scoperto la sua vera vocazione dedicandosi al giornalismo e alla scrittura.

Su Amazon ha pubblicato il libro In cammino verso Compostela, un divertente diario di viaggio che racconta la sua esperienza lungo il Cammino di Compostela. Di recente è poi approdata la mondo della narrativa con la raccolta di racconti La strada scomparsa, anch’essa in vendita su Amazon.

Foto: TeniLife ©

 

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