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UNA NUOVA TEOLOGIA DEGLI ANIMALI AL MUSEO DIOCESANO

Un convegno di studi per lanciare una nuova teologia degli animali, in cui il Creato non è più visto in un’ottica antropocentrica, come strumento di cui l’uomo può servirsi per realizzare i propri obiettivi: “Sia l’ambiente che gli animali sono stati sacrificati agli interessi umani, che sono poi prevalentemente di natura economica”.

Così Stefania Parisi, direttore dell’Istess, introduce il convegno sul tema Teologia ed etologia: rapporti e problematiche che l’Istituto culturale della diocesi ha organizzato per il pomeriggio di sabato 12 dicembre al Museo Diocesano di Terni, in collaborazione con l’associazione Ferriera e il patrocinio della Regione Umbria, la Provincia di Terni, il Comune di Terni, Essere Animali e il Cesvol.

Il convegno si aprirà alle 15.30 per proseguire fino alle 19.30 e vedrà gli interventi di Rosalba Matassa, coordinatore Unità operativa tutela animale della Direzione generale della sanità animale del Ministero della Salute, che parlerà sul tema La tutela degli animali d’affezione e il randagismo: doveri e responsabilità, Augusto Vitale, ricercatore dell’Istituto superiore di Santità (Aspetti scientifici, etici e normativi della sperimentazione animale), don Luigi Lorenzetti, sacerdote dehoniano, già docente di teologia morale presso al Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna (Il comportamento degli esseri umani con gli animali. Le prospettive della teologia) e Simone Montuschi, portavoce di Essere Animali, che chiuderà il convegno parlando sul tema Noi e gli altri animali. Gli allevamenti intensivi, i macelli e il rispetto di tutti i viventi.

“Il convegno – spiega Parisi – nasce dalla costatazione che il mercato la fa sempre più dal padrone. Basti pensare agli allevamenti intensivi, lesivi della dignità dell’animale che si ritorcono contro la salute stessa dell’uomo, o agli avvelenamenti dei cani da tartufo, con cercatori pronti a sacrificare i cani degli altri per trovare un tartufo in più”.

La grande novità è che il convegno affronta tutto questo da una prospettiva teologica: “Si punta a superare la visione antropocentrica e dominante dell’uomo, che si vuole fondata sul libro della Genesi, in cui si interpreta il comando di Dio di dominare la natura come una licenza a fare tutto ciò che è utile all’uomo privandolo del rispetto degli animali”.

“Oggi invece la teologia – anche grazie a papa Francesco, di cui leggeremo in apertura un frammento dell’enciclica Laudato sii – interpreta quel regnum hominis come una forma di tutela: siamo i custodi e non i padroni. L’uomo non è colui che sfrutta la realtà, ma che ne ha cura e la protegge”.

Foto: web ©

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