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NARNI BLACK FESTIVAL, IL PRESIDENTE PEGORARO: “MEGLIO NON FARE NULLA CHE UN PRODOTTO SCADENTE”

(di Roberta Falasca) Si spengono le luci sulle piazze e le vie di Narni, quelle che fino allo scorso anno, per 16 anni, hanno ospitato il Narni Black Festival, poi tramutato in un più essenziale Black Festival. Sedici gli anni in cui il palco centrale ha visto esibirsi le più grandi voci nere, da Solomon Burke a George Benson, da Gloria Gaynor a Chaka Khan, da Dionne Warwick agli Earth Wind & Fire. E poi ancora, il teatro comunale con le esibizioni di grandi musicisti, trio, quartetti di livello e apprezzati in tutto il mondo, da Danilo Rea a Rita Marcotulli, da Enzo Pietropaoli a Leonardo Corradi, Flavio Boltro e Rosario Giuliani. La fortunata intuizione degli organizzatori di creare la prima Black Night per far ballare fino all’alba mezza Umbria, sulle note dei più importanti dj set internazionali: da Skin a Frankie Knuckles, da dj Ralf a Satoshi Tomiie. La città di Narni, ogni fino agosto, si risvegliava dal torpore estivo e raccoglieva attorno a sé la magia della musica nera, contornata dallo scampanellare di fenomenali street band, di interessanti contest fotografici. Locali, ristoranti, taverne riprendevano vita e davano un segno che Narni c’era. L’edizione numero 17 non c’è, non regalerà questa vivacità culturale alla città, né al resto dell’Umbria. Un’occasione persa, una scelta, quella di interrompere la tradizione di un evento dai grandi numeri e consensi, figlia della crisi. “Non avrei potuto fare altrimenti – spiega il presidente dell’associazione Nbf, Paolo Pegoraro – non avrei potuto permettere di buttare 16 anni di prestigio per fare un festival di bassa qualità. La scelta è stata sofferta ma senza fondi né contributi, capaci di tenere in alto il nome del Black Festival, non saremmo andati da nessuna parte. Gli enti locali, Comune di Narni, Provincia di Terni, Camera di commercio e Regione Umbria non hanno contribuito all’edizione 2015 a differenza degli scorsi anni, gli sponsor, vista la crisi si sono tirati indietro e contare esclusivamente sulla vendita dei biglietti sarebbe stato rischioso. Meglio non fare nulla che un prodotto scadente – conclude Pegoraro – meglio ricordarsi di un festival di livello, di grandi nomi, di ottima musica che cercare di fare un evento senza anima, mediocre, una porcheria”. Finisce qui, forse per ora, l’incantesimo del Black Festival in agosto. L’edizione natalizia con il concerto gospel in cattedrale forse si salverà. Ma non è la stessa cosa. Non può esserlo. Foto: web ©

 

 

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