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Sanità orvietana, sindacati: arrivano Coletto e Tesei, ma quando si affronteranno le enormi criticità?

Oggi lunedì 15 novembre arriveranno ad Orvieto, per inaugurare una nuova Tac nell’ospedale cittadino, l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto e la presidente della giunta regionale, Donatella Tesei. “Certamente l’inaugurazione di un nuovo macchinario diagnostico è una buona notizia – commentano i segretari di Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl dell’Umbria, Tatiana Cazzaniga, Luca Talevi e Marco Cotone – tuttavia sarebbe utile che un’occasione del genere, con la presenza dei massimi rappresentanti istituzionali della sanità umbra, venisse colta anche per affrontare le enormi criticità che la sanità orvietana (e non solo quella) sta da tempo patendo”. 

I tre sindacati, non potendo partecipare direttamente all’appuntamento di lunedì, hanno predisposto un documento che riassume i principali punti di sofferenza del sistema.
Per quanto riguarda l’ospedale di Orvieto, i sindacati evidenziano la mancata riapertura dei posti letto in Cardiologia (erano 18 prima dell’emergenza Covid, ora sono 8), la grave carenza di personale in Ortopedia (non si riescono a coprire i turni di notte con doppia reperibilità), in chirurgia (si chiama personale da altri presidi per la copertura dei turni), in urologia (è in fase di prepensionamento l’unico urologo rimasto in ospedale) e in anestesia (9 anestesisti gestiscono terapia intensiva, blocco operatorio, preospedalizzazione, emergenza ospedaliera, etc.).
Anche il blocco operatorio è, secondo Cgil, Cisl e Uil, ai “minimi storici”, così come il pronto soccorso (250.00 accessi all’anno in epoca pre-covid), che oggi può contare su soli 8 medici, compreso il responsabile, per coprire anche l’attività di 118.

Ci sono poi il laboratorio analisi dove mancano 4 tecnici ed è stata tolta la reperibilità notturna, l’ostetricia, dove mancano 4 ostetriche, e una direzione di presidio che ormai da circa tre anni vive un continuo turnover di responsabili medici di direzione, con conseguenze inevitabili sull’organizzazione ospedaliera.
Per quanto riguarda l’area infermieristica nell’ultimo anno non sono stati sostituiti infermieri ed oss andati in quiescenza, si stanno ora assumendo molto lentamente gli infermieri vincitori di concorso, ma i contratti per l’emergenza covid stanno scadendo. 
Completamente assente è poi il personale dipendente dell’area Tecnica (geometra) ed informatica (forse quest’ultimo arriverà il 1° dicembre): vi sono solo ditte esterne che nessuno controlla ed organizza, indicando priorità di lavoro.

Infine, i sindacati sottolineano che l’ospedale orvietano necessita di un lavoro strutturale sui tetti, in quanto in moltissimi punti ogni volta che piove penetra l’acqua che allaga stanze e corridoi.
Accanto all’ospedale c’è poi il territorio. Anche qui le criticità evidenziate dai sindacati sono molteplici: la casa circondariale ha una carenza di medici e di 1 infemiere, il coordinatore è quello del Pronto Soccorso che spessissimo ricopre il turno di infermiere in carcere lasciando scoperto un coordinamento di un settore fondamentale dell’Ospedale. L’assistenza domiciliare, il CSM adulti, il SERD, i poliambulatori, il servizio vaccinale e il servizio tamponi covid ed altri servizi territoriali nell’insieme hanno in totale il numero più basso di infermieri ed operatori oss rispetto a tutto il resto della Usl Umbria 2.
Mancano poi medici nei vari centri di salute, per l’attività necroscopica, per le altre vaccinazioni e per varie attività ambulatoriali. È stata notevolmente ridotta la spesa sanitaria e sociale per l’aiuto dei pazienti fragili al loro domicilio. È anche andato in pensione l’unico medico del servizio di epidemiologia di Orvieto, che in questa fase di emergenza è fondamentale.
“Quando si parla di Territorio ormai ci si aspetta una organizzazione più funzionale e moderna – osservano Cgil, Cisl e Uil – sul modello delle Case della Salute, che sono organizzate per una presa in carico del paziente in senso globale, per vari tipi di patologie. Ad Orvieto abbiamo strutture ormai piccole (via Postierla o Borgo ad Orvieto scalo), con difficoltà di parcheggio, che non permettono di organizzare un percorso sanitario moderno e appropriato. Per anni si è parlato della vendita del vecchio ospedale per ottenere fondi per la ristrutturazione di un palazzo della ex Caserma Piave; questo progetto sembra superato. Adesso l’idea è quella di ristrutturare il vecchio Ospedale ad Orvieto centro ormai abbandonato e fatiscente. Chiaramente nulla di concreto. Mancano poi sul territorio una RSA, una riabilitazione estensiva ed un Hospice; questo va ad inficiare le possibilità di dimettere nei giusti tempi i pazienti ricoverati nell’area medica, con conseguente intasamento del Pronto Soccorso e appoggi nell’area chirurgica”.

Questo quadro, oggettivamente preoccupante, richiederebbe secondo i sindacati un confronto e una presa in carico immediata: “Ci auguriamo che l’appuntamento di lunedì non si riduca dunque all’ennesima passerella, con i problemi lasciati sotto il tappeto – concludono Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl – Da parte nostra restiamo a disposizione per avviare un confronto serio con lavoratrici e lavoratori della sanità orvietana, nell’ottica di restituire alla popolazione di questo territorio una sanità pubblica all’altezza dei bisogni delle persone”. 
Foto: TerniLife ©
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